Stampa questa pagina

Gli studenti del Liceo delle Scienze Umane incontrano i vertici del carcere

FERMO - Conoscere il mondo carcerario per ragionare, per confrontarsi, per far acquisire a persone in crescita una propria coscienza critica, più che mai necessaria in un mondo complesso come quello attuale. La classe 4C del Liceo delle Scienze Umane ''Annibal Caro'' ha incontrato recentemente a scuola la direttrice del carcere, dott.ssa Eleonora Consoli, il comandante della Polizia Penitenziaria, commissario Loredana Napoli e il responsabile dell'area trattamentale Nicola Arbusti. Questo incontro, che nasce nell'ambito del progetto biennale ''Chiusi fuori'' fortemente sostenuto dalle docenti D’Aprile e Malloni, vede il Liceo ''Annibal Caro'' schierato al fianco della casa di reclusione di Fermo, per spiegare ai ragazzi il sistema penitenziario, per far collaborare gli alunni con ''L'altra Chiave News'' (periodico quadrimestrale del carcere), per fornire agli allievi gli strumenti per conoscere una realtà diversa dalla propria, con cui mettersi in contatto mediante gli articoli che gli studenti scriveranno e pubblicheranno sul periodico, il cui direttore responsabile è la giornalista Angelica Malvatani.

La direttrice Consoli ha spiegato l'ordinamento del carcere, che è un circuito penitenziario di secondo livello, ossia di Sicurezza Media (SM) in cui vengono favorite le attività scolastiche, atte a far conseguire il diploma ai detenuti, ma sono molto apprezzati anche i corsi professionalizzanti, svolti all'interno della struttura, interessanti ai fini del reinserimento nella società. Particolarmente coinvolgente per gli alunni la riflessione sugli incontri con i familiari, che avvengono in una sala colloqui con la possibilità di un contatto diretto; appassionanti anche le considerazioni sul rapporto che i reclusi hanno con il mondo esterno, soprattutto con i figli. A sua volta, il comandante Napoli ha messo in evidenza l'importanza del nuovo sistema di vigilanza attiva, con le porte delle celle aperte per buona parte della giornata; ha anche chiarito il complesso rapporto che si instaura tra i detenuti e la figura dell'agente di Polizia Penitenziaria che è chiamato a dosare con equilibrio rigidità e umanità.

Nicola Arbusti, per l'area trattamentale, ha riflettuto sull'impegno costante degli operatori nella realizzazione - per ogni singolo recluso - di un percorso il più possibile costruttivo, spiegando agli studenti quale sia la vita quotidiana all'interno del carcere tra i corsi, la cucina e le cure mediche che, in casi gravi, possono essere svolte anche presso l'ospedale adiacente, sotto stretta sorveglianza degli agenti.

I ragazzi hanno ascoltato attentamente e posto numerose domande, mostrando di aver compreso l'importanza di provare - comunque e sempre - a recuperare persone altrimenti perse. Il prossimo anno scolastico gli alunni entreranno all'interno della casa circondariale, per un confronto diretto con i redattori-detenuti. Il progetto “Chiusi fuori”, che ha consentito questo primo incontro tra il mondo ancora in formazione dei liceali e un contesto così poco conosciuto come quello del carcere, risulta decisamente importante dal punto di vista della formazione della persona.

Queste iniziative interessanti e coinvolgenti, dal forte valore umano, volte a far conoscere una realtà estranea alla comfort zone nella quale si è abituati a vivere, risultano infatti essere una grande opportunità per tutti gli alunni coinvolti, il cui sguardo sarà in tal modo orientato verso situazioni spesso ignorate, in quanto dolorose, ma che vanno conosciute e comprese.

Devi effettuare il login per inviare commenti