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Salute e benessere: parliamo di tiroide con la Dottoressa Paola Pantanetti

Le doppia faccia della tiroide. O funziona troppo o troppo poco. La tiroide svolge un ruolo fondamentale perché, ad esempio, regola lo viluppo neuropsichico, influenza la fertilità e la forza muscolare, è indispensabile per la funzione cardiovascolare, il metabolismo basale, lipidico, glucidico e osseo. Per capire quando allarmarsi e prendere in mano la situazione, le delucidazioni della dr.ssa Paola Pantanetti, endocrinologa e diabetologa all’Ospedale di Fermo Area Vasta 4.

Cosa significa “avere problemi alla tiroide”?

Avere problemi alla tiroide può significare presenza di noduli o cattivo funzionamento della ghiandola: in eccesso si parla di ipertiroidismo o in difetto si parla di ipotiroidismo. Entrambe le condizioni influenzano negativamente la salute e l’umore, ma la maggior parte dei problemi alla tiroide possono essere gestiti bene, se diagnosticati correttamente e tempestivamente, con appropriate terapie farmacologiche.

Ipotiroidismo e ipertiroidismo: quali le caratteristiche?

Esistono condizioni legate alla familiarità pertanto se ci sono malattie tiroidee in famiglia sia funzionali che nodulari è auspicabile valutarli tramite un semplice prelievo del sangue (ad es. TSH reflex) e ecografia tiroidea. Solitamente il quadro clinico dell'ipotiroidismo risulta molto aspecifico e sfumato: stanchezza, stipsi, sensazione di gonfiore mentre risulta essere più evidente una condizione di ipertiroidismo con i classici sintomi della tachicardia, calo di peso, tremori soprattutto alle mani e nelle situazioni più aggressive la presenza di esoftalmo.

Sempre curabile?

Sono condizioni curabili quasi sempre con terapia farmacologica tranne nei casi di patologia nodulare tumorale ove si rende necessario l'intervento chirurgico.

Ci sono casi particolari?

Vi sono condizioni particolari quali la gravidanza e presenza di alcune malattie cardiache che impongono un monitoraggio funzionale tiroideo più stringente. E' noto che la formazione del sistema nervoso del feto avviene nelle prime settimane di gestazione; pertanto è fondamentale la presenza di un normale assetto ormonale tiroideo della mamma e una adeguata assunzione di iodio tramite l'alimentazione e l'integrazione.

Il sale iodato quali benefici comporta nella dieta della persona che soffre di tiroide o che vuole fare prevenzione?

Gli ormoni tiroidei necessitano di iodio per la loro sintesi. Pertanto se l’introito di iodio è insufficiente la ghiandola tiroidea nel tempo può formare noduli, espressione di un adattamento alla carenza iodica.

Quali sono gli esami da fare per diagnosticarla e per tenerla sotto controllo?

Gli ormoni tiroidei sono utilizzati per la diagnosi e in genere sufficienti per effettuare uno screening tiroideo. Effettuato un prelievo del sangue, il laboratorio verificherà i valori del TSH, l’ormone ipofisario tireostimolante, e degli ormoni tiroidei T3 e T4. Il TSH è, quasi sempre, il test più significativo e più accurato per la diagnosi sia di ipertiroidismo che di ipotiroidismo. Generalmente, un livello inferiore al normale di TSH suggerisce ipertiroidismo mentre un livello elevato TSH suggerisce ipotiroidismo. Alti livelli di T4 totale o della sua frazione libera (FT4) suggeriscono una diagnosi di ipertiroidismo, bassi livelli quella di ipotiroidismo.

Può migliorare, o addirittura scomparire nel tempo o rimane il disturbo per tutta la vita?

L’ipertiroidismo grazie ad una adeguata terapia può scomparire mentre l’ipotiroidismo su base autoimmunitaria necessita di una terapia per tutta la vita.

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