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Il cibo come terapia. Intervista al Dottor Pietro Scendoni

FERMANO - Lo diceva Ippocrate, il padre della medicina: fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo. Nel periodo in cui la città del Girfalco è culla del cibo con Tipicità, il Dottor Pietro Scendoni, responsabile Servizio Reumatologia dell’Inrca di Fermo e importante punto di riferimento per molti convegni su cibo e benessere, fa chiarezza su cosa significa nutrirsi e scegliere cosa fa bene al nostro organismo. In sintesi, cosa è il cibo per l’uomo? “È un alimento che porta nutrienti – spiega Scendoni - i quali sono indispensabili sin dalla nascita perché portano all’accrescimento, al mantenimento e al buon invecchiamento. Gli alimenti, che possono essere di origine animale, vegetale e minerale, sono: proteine, vitamine, grassi, sali minerali. Il più importante alimento è l’acqua, dato che il nostro organismo è fatto dal 75%-80% di essa”.

Oggi si parla tanto di nutrigenomica, di cosa si tratta? “È una scienza che si occupa di nutrienti che sono nel cibo che mangiamo. Si è dimostrato che i nutrienti possono interagire con le nostre cellule e quindi con il nostro patrimonio genetico fino a modularne quasi le risposte cellulari; ci cambia anche il nostro modo di essere a seconda di quello che mangiamo. Ecco quindi spiegato il detto “noi siamo quello che mangiamo”. Cibarsi e quindi introdurre alimenti nel nostro corpo è un elemento di responsabilità nelle scelte alimentari: gli alimenti possono anche far guadagnare salute, favorire o allontanare la genesi di molte malattie”.

Cosa rappresenta il colore? “Le sostanze contenute nel cibo. Facendo qualche esempio: il rosso delle fragole e dei pomodori contengono gli antiossidanti carotenoidi e antocianina; il blu delle more vitamina c, antiossidante anche questa; l’arancione di mandarini e arance contiene sia vitamina c sia il betacarotene, ottimo per la vista. Meno di moda, ahimè, è il bianco di finocchio e cipolla: il loro colore racchiude l’antiossidante quercetina, che è della famiglia dei polifenoli. Il verde dei carciofi e delle zucchine è ricco di clorofilla, antiossidante anche questa”.

Mangiare fa bene anche all’umore? “Collegandomi alla dieta Mediterranea, la cui culla è proprio grazie a Montegiorgio e al professor Alberto Fidanza, il mangiare sano ha sempre fatto bene. Mentre oggi, ciò che danneggia è l’uso dei conservanti. Oltre al buon cibo, si pensi anche al momento della convivialità: faceva proprio parte della dieta mediterranea stare a tavola più di un’ora, essere rassicuranti a tavola da parenti o amici. Diciamo che l’effetto dell’umore non sta propriamente nei colori ma in cosa si mette a tavola e come lo si mette. E soprattutto, come ci si atteggia nel convivio”.

Falsi miti sul cibo? “Il più eclatante è che la carne rossa faccia venire i tumori. Un contro sono gli eccessi, ma la carne rossa ha fatto la differenza innanzitutto sull’allungamento dell’età. Contiene elementi che non sono contenuti da nessun’altra parte come la vitamina B12 e le proteine dove ci sono quegli amminoacidi che l’organismo non riesce a sintetizzare nemmeno da proteine vegetali quali leguminose, come qualcuno asserisce. Occorrerebbero quintali di legumi per dare quelle proteine essenziali necessari ai nostri muscoli e al nostro cervello. Poi ci sono le diete “screanzate”, come le chiamo io: sono quelle diete di esclusione, che eliminano ad esempio latte o carne, che non fanno assolutamente bene; ai bambini non facilitano l’accrescimento dell’apparato muscolo scheletrico, del cervello, del sistema nervoso e vascolare; anche negli anziani non va bene, loro hanno anche bisogno di proteine nobili che sono solo nella carne rossa”.

Agnese Testadiferro

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