Stampa questa pagina

Silvio e Antonio

Di Sergio Soldani Silvio Spaccacroce aveva deciso di andare in pensione e lo fece avvalendosi delle ultime leggi. Andò dal figlio del panettiere Daniele, arguto e competente commercialista, che dopo una serie di procedimenti burocratici, che durarono almeno tre mesi, sistemò l’amico di suo padre.

La vita di Silvio scorse piuttosto veloce e tranquilla, si sposò giovane la figlia del fattore Saturnino dalla quale divorziò consensualmente. In verità lui era innamorato profondamente del suo compagno di scuola Antonio. Questi anche era andato in pensione prima ma non si vedeva da molto tempo con il suo amato, per cui non sapeva nulla di lui.

Il farmacista della piazza centrale della cittadina per caso gli parlò di Silvio e lo informò che l’ex applicato di segreteria del liceo classico si era liberato per sempre del suo noioso lavoro. Infervorato dalla notizia appena appresa, Antonio, nella stessa farmacia, diede un bacio in fronte al commesso e, appena uscito decise di contattare la sua amichetta del cuore, Francesca, insegnante di matematica all’istituto tecnico commerciale di Chieti, per saperne di più sugli ex dipendenti del liceo classico. La chiamò fugacemente al cellulare.

Pronta ed efficiente come sempre la ancor giovane donna gli indicò addirittura l’indirizzo dell’abitazione di Silvio, al centro della città. Allora il giorno dopo Antonio aspettò Silvio al suo portone, si presentò lì alle nove e trenta ma Silvio gli apparse un’ora dopo… stempiato e leggermente claudicante. “Sei proprio tu?” urlò Silvio. Fu dapprima un abbraccio, poderoso... poi tre lunghe giornate di tenerissima ed erotica passione, sempre dentro casa con notti di serena beatitudine, raggiunsero davvero momenti di felicità!

Passato anche il sabato, la domenica mattina suonarono al citofono, era la figlia di Silvio, Rosaria, con il nipote Mariano che aveva la partita dei pulcini contro il Teramo. A quel punto Antonio sbottò: “Non solo non mi avevi mai detto di essere padre ma hai anche un nipote al quale fai da bambinaia... Questo è troppo non voglio vederti mai più!” e se andò furioso e stravolto, sbattendo la porta.

Arrivò di lì a un minuto Rosaria con il bambino che festeggiò un po’ rumorosamente il nonno. Disse al padre: “Un’altra delusione, papà?”. “Credo una delle più terribili, figlia mia… Pensiamo a Mariano ora però, dobbiamo essere felici e ringraziare Dio, oggi è domenica!”.

Devi effettuare il login per inviare commenti