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La mia biblioteca

Di Sergio Soldani Tiziano Capecchi dirigeva da molti anni la Biblioteca”San Giorgio” di Pistoia, avrebbe voluto andare in pensione, mancavano tre anni, le ultime leggi su questa confusa questione (la pensione) lo avevano invogliato ma poi nei suoi più incerti pensieri pensava che dai suoi libri non si sarebbe mai potuto dividere e i sessantotto anni un giorno potessero essere l’inizio di una nuova partenza… ma sempre dentro quel luogo, ormai invaso dalle macchine dei computer, luogo che rimaneva molto romantico, idealistico, attivo e meditativo.

Le due ragazze coadiutrici agli scaffali e ai tavoli di studio e lettura erano arrivate da appena un anno, si chiamavano Elsa e Loredana e tutti i giorni gli garantivano che lui mostrasse almeno quindici anni di meno e lui ingenuo e illuso ci credeva. Erano belle, con le gambe lunghe e alla soglia dei trent’anni; attraevano e rallegravano, giacché educate, divertenti ma mai eccessivamente confidenziali.

Un pomeriggio, circa mezz’ora prima della chiusura, entrò Vinicio Picchi, aitante trentenne figlio del più ricco costruttore della provincia, il quale chiese un titolo di Asimov: la fantascienza lo incuriosiva, mormorò con voce seducente ad Elsa che lo accontentò e dopo tre minuti gli portò il volume al tavolo dove si era accomodato.

Passò un quarto d’ora nel quale il giovane uomo si mostrò concentratissimo nella consultazione, poi con calma serafica sparse della polvere di cocaina sul tavolo, estrasse dalla tasca una banconota da cinquanta e,di fronte a Don Silvio, un giovane prete di Pordenone arrivato da un mese in città, cominciò a sniffare con vigore.

Il prete gli sussurrò:”Fratello ti fa molto, molto male…”. Finita l’attività delle narici che a Vinicio fece sbarrare le pupille che entrarono come un laser negli occhi del presbitero, piombò Tiziano con un balzo gridando nell’orecchio destro del rampollo: “Signore in questa stanza non ci si droga, si nutre l’animaaaaa!!!”.

Vinicio svenne e una volta a terra dalla tasca sinistra dei suoi pantaloni uscì un sacchettino di nylon trasparente, colmo della costosa droga.

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