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Come corre il web. Saper comunicare: utilizzare al meglio la rete in ambito turistico e non solo. Il parere degli esperti

LA WEB REPUTATION AIUTA A CRESCERE. LE ATTIVITA' DEL SOCIAL MEDIA TEAM DELLA REGIONE

di Andrea Braconi

Un lavoro sviluppato su 10 diversi social network e con 20 attività online - tra le quali un blog (www.destinazionemarche.it) - all’interno di una strategia specifica che ha consentito alla Regione Marche di raggiungere numeri importanti, sia in termini qualitativi che quantitativi. Il progetto del Social Media Team delle Marche, che ha in Sandro Giorgetti il suo social media strategist, nasce nell’agosto del 2012, in ritardo rispetto ad altre Regioni, ma subito lanciato verso un obiettivo chiaro: migliorare la web reputation del nostro territorio e favorire un incremento dei flussi turistici grazie ad un costante e capillare lavoro sulla rete. Giorgetti, cerchiamo di focalizzare gli aspetti essenziali della vostra azione.

“I dati significativi raggiunti, che ci vedono oggi nelle prime posizioni a livello nazionale, sono frutto di una complessa strategia. Da una parte c’è un lavoro che vede nella politica di social marketing il punto di riferimento. Dall’altro c’è l’aver reso l’utente protagonista di questo processo. La condivisione, l’interazione, la gratificazione e tutte le attività che svolgiamo devono far capire che dall’altra parte non c’è soltanto un fruitore dei servizi e delle politiche della Regione, soprattutto turistiche, ma un vero e proprio protagonista, qualcuno che ha la capacità di diventare un testimonial del nostro territorio. E la condivisione è reciproca, anche con i vari soggetti con i quali ci interfacciamo: possono essere influencer del settore, instagramers, travel blogger e altri, così come qualsiasi utente che pratica un’esperienza nella nostra regione o è interessato a farlo”.

Parlavi di dati significativi. A cosa fai riferimento, in particolare? “Uno è dell’Osservatorio Nazionale del Turismo, che attesta come dalla nostra nascita la scelta della destinazione Marche si è fatta in numeri molto importanti proprio attraverso l’attività del Social Media Team. Il nostro, appunto, è un lavoro che deve generare un valore, lavorare sulla brand reputation che poi arriva a finalizzare il rapporto che si crea con gli utenti negli arrivi. Il secondo elemento è dato da un rapporto che abbiamo presentato all’ultima BIT e che è stato elaborato da un’agenzia, un rapporto che testimonia una valorizzazione dell’attività che abbiamo svolto: in sostanza, quanto avrebbe speso la Regione nel caso gli spazi che noi occupiamo sul web li avessi dovuti pagare attraverso un’attività di web marketing? Anche se siamo di fronte ad un’analisi parziale, la valorizzazione della nostra attività era di oltre 7,5 milioni di euro. Ecco, il ritorno in termini sia di flussi turistici che di valorizzazione sul web ha per noi un rapporto eccellente. Ed è questa la cosa più significativa”.

Saper comunicare un territorio richiede una formazione costante, considerati i numerosi cambiamenti in atto. “La comunicazione si è trasformata completamente. Alcuni anni eravamo in una fase di trasformazione dal web 1.0 a quello 2.0, oggi parliamo di 3.0, ovverosia della costituzione di vere e proprie community nelle quali i soggetti economici e istituzionali che vogliono entrare all’interno della rete per creare maggiore reputazione del brand e per influenzare le scelte devono farlo all’interno di quelle comunità, come uno dei soggetti che paritariamente parla con gli altri. E devo saper utilizzare gli strumenti a disposizione con un linguaggio adeguato: il 3.0 è un web, soprattutto sui social, di carattere semantico, dove la conversazione è il punto di ancoraggio. Questo significa che l’attività social diventa ancora più importante perché, a differenza di prima, la comunicazione è sempre meno istituzionale, sempre meno fredda, sempre meno legata al grigiore che ha caratterizzato le pubbliche amministrazioni. Al contrario, deve essere sempre più sfumata, colorata, emozionale, esperienziale. Questa trasformazione deve farci capire che soggetti come il nostro non devono mai stare fermi. La formazione, quindi, è fondamentale. E bisogna essere sempre in movimento. Per questo hai bisogno di un team che si metta sempre in discussione e che non si senta mai arrivato”.

IL SOCIAL MEDIA TEAM DELLA REGIONE MARCHE: Sandro Giorgetti (social media strategist) Andrea Rossetti (social media editor) Federica Mariani (social media specialist e PR) Giorgia Barchi (social media specialist) Ruth Mezzolani (social media specialist). Nella redazione del blog destinazionemarche.it figurano anche: Stefania Benatti (direttore della Fondazione Marche Cinema Multimedia) Marta Paraventi (responsabile Promozione e Marketing turistico della Regione Marche) Luisa Ferretti (redattrice web e social area Cultura della Regione Marche)



NOI CHE RACCONTIAMO IL TERRITORIO. A FINE SETTEMBRE NELLE MARCHE L'ASSEMBLEA DI INSTAGRAMERS ITALIA

di Andrea Braconi

Per Instagramers Italia l’assemblea è il momento più importante dell’anno. Perché, oltre ad analizzare il percorso intrapreso e a porre le basi per nuovi progetti, è proprio in questa occasione che tutti i soci (in Italia al momento sono oltre 250) hanno modo di incontrarsi. E per il 2015, nel weekend tra il 25 ed il 27 settembre, ad ospitare uno degli appuntamenti più social del panorama nazionale saranno proprio le Marche, nello specifico Ancona e alcuni paesi limitrofi, come Filottrano.

“Sì, faremo l’assemblea proprio nella nostra regione - rimarca la presidente Ilaria Barbotti - e proprio dove l’associazione ha sede legale. La faremo qui cercando soprattutto di far emergere il rapporto che Instagramers Italia e le sue oltre 60 community locali hanno, da sempre, con il territorio. Ed avere qui decine di influencer per 3 giorni significa far vedere le nostre bellezze, valorizzando alcuni aspetti della cultura e della tradizione marchigiana. Non dimentichiamo che tutti insieme come community ufficiali appartenenti ad Instagramers Italia superiamo i 400.000 contatti solo su Instagram, senza contare i followers degli account di ogni nostro iger. Quindi, la visibilità per le Marche sarà al massimo livello”.

Elemento di straordinaria importanza, sia in termini di supporto che di promozione, sarà la collaborazione con parte del sistema turistico delle Marche. “A partire dalla Regione con gli Assessorati al Turismo e all’Internazionalizzazione, passando per i vari Comuni e le associazioni del territorio, come la Riviera del Conero, arrivando a tanti piccoli e medi produttori, direi che siamo riusciti a creare un pool di realtà che sosterranno fattivamente il nostro appuntamento (per il Fermano ci saranno l’azienda Fontegranne e la musica di Fatti1giro, ndr). Consideriamo che daremo ospitalità ad oltre 100 persone, cercando di offrire il meglio che possiamo e facendo vivere loro le Marche Slow. Quindi, avremo degustazioni di pasta, salumi, formaggi, vini e tanto altro ancora”.

Un’assemblea è anche il momento per fare il punto della situazione: quale livello è riuscita a raggiungere l’associazione? “Venerdì 25 settembre, al SeePort Hotel di Ancona a partire dalle ore 15, tireremo le somme di questi 3 anni di associazione. Vorremmo aprirci a tutti i soci, ognuno potrà dire la sua, raccontare l’esperienza locale e dare un supporto costruttivo e pratico. E poi parleremo delle linee guida per il futuro, cosa vogliamo comunicare, cosa realizzare e come farlo, come aggiornare la comunicazione su Instagram che abbiamo visto cambiare molto negli ultimi mesi, diventando più minimal”.

Restiamo sul punto: come si sta trasformando la comunicazione, sia visuale che testuale? “In generale la comunicazione social è cambiata e quella su Instagram è diventata ancora più visuale. Mentre prima vedevamo aziende che comunicavano con molte scritte e marchi ben visibili, a breve uscirà anche in Italia l’advertising di Instagram, cioè la possibilità per le aziende di comprare spazi. E le linee dettate da Instagram a livello internazionale specificano come l’immagine non debba avere scritte e la fotografia debba essere pura. Questo è quanto dovremo fare anche noi come utenti professionisti o esperti di questo social: imparare a comunicare bene con l’immagine, con le scritte che andranno messe nella parte testuale”.



FERMANO FRIENDLY, DALL'ACCESSIBILITA' ALLA PROMOZIONE TURISTICA. CONCLUSI AD AGOSTO IL PROGETTO DEL GAL FERMANO E IL TOUR ALLA SCOPERTA DEL TERRITORIO

di Serena Murri

Si legge Fermano Friendly - Il Fermano per tutti e si traduce in accessibilità e accoglienza turistica a trecentosessanta gradi. Un progetto possibile grazie ad un bando del GAL Fermano finanziato dal Fondo Sociale Europeo, con il quale Fermano Friendly ha colto gli elementi importanti delle attività del territorio attraverso la lente d'ingrandimento dell'accessibilità. Ne abbiamo parlato con la responsabile e promotrice, Rosanna Montanini, che ha seguito il progetto passo dopo passo: "Ci siamo chiesti – spiega – quanto l'accessibilità potesse pesare in termini di promozione turistica e ne abbiamo fatto la nostra priorità riempiendo un 'gap' che mai nessuno aveva considerato prima".

Quando parliamo di accessibilità, pensiamo non solo ai disabili con difficoltà di deambulazione e non vedenti, ma anche ad anziani, mamme con passeggini, turisti con allergie, che compongono una grossa fetta di utenza che spesso si vede preclusa la possibilità di fruire di percorsi turistici non sempre conformi alle loro esigenze personali. La prima fase del progetto prevedeva il censimento delle strutture, 250 in tutto tra ristoranti, strutture ricettive e siti culturali e un questionario dal quale è emersa l'identità della struttura valutata attraverso un disciplinare con cui è stato assegnato il livello di accessibilità. Con il censimento si andavano a verificare le caratteristiche delle strutture (parcheggi, camere, bagni, ecc.), per valutare quanto fossero “friendly” per il turista con esigenze particolari.

"Il concetto di accessibilità – dice Montanini – finora era stato bypassato, dando per scontato di essere a norma se si rispetta la legge 380 sul superamento delle barriere architettoniche. In realtà non è così e con il censimento lo abbiamo dimostrato". Nella fase successiva, attraverso Fermano Experience, si è voluto promuovere oltre al territorio, la cucina, i laboratori, le colture, le eccellenze collegandole in rete attraverso un portale per informare coloro che scelgono il Fermano all'insegna dell'accessibilità. Hanno partecipato le strutture che si sono rese disponibili e in grado di organizzare incontri per mostrare le lavorazioni di prodotto, informare su alimentazione, storia e cultura dei prodotti, patrimonio della comunità fermana. Sei itinerari per scoprire le peculiarità territoriali che consigliano cosa vedere e dove andare nelle seguenti aree: alta e bassa Valdaso, alta e bassa Valle del Tenna, Fermo e paesi limitrofi.

Il progetto ha avuto inizio a maggio con i primi convegni su tutto il territorio, in seguito con le prime uscite a partire da Falerone, Campofilone, Fermo a Villa Vitali, al Diamante di Porto Sant'Elpidio e all'altro Presidio Expo di San Benedetto del Tronto. Uscite che si svolgevano sempre con l'esperto enogastronomico, la guida turistica e un'accompagnatrice seguiti generalmente da due giornalisti e un fotografo che insieme ad una quarantina di persone che con auto propria o bus hanno voluto scoprire il territorio. Quali sinergie avete stabilito? "Abbiamo cercato di coinvolgere i comuni e le associazioni di categoria. Il motore di tutto è stata la Cooperativa Cogito di Capodarco, seguita da Confesercenti, Associazione Commercianti, Confcommercio, l'APM Associazione Paraplegici Marche, il Cescot. Quello che davvero è mancato è stato il tempo per pubblicizzare ma in quel poco tempo noi abbiamo motivato tutte le iniziative".

Pensate di riproporre quest'esperienza in futuro? "Le richieste ci sarebbero già per il mese di settembre ma non possiamo gestirle da soli. La struttura organizzativa esiste già, si potrebbe ripartire da qui, se ci fosse la volontà da parte delle Amministrazioni comunali della provincia di Fermo e delle associazioni di coinvolgere operatori turistici per dare vita ad un gruppo di lavoro". Un'esperienza di promozione turistica unica nel suo genere che si conclude nella speranza che possa avere prospettive future affinché il bagaglio di informazioni e di esperienze acquisite non vadano perse. Serena Murri



QUANDO IL "VIRTUALE" PRENDE IL POSTO DEL "VIRTUOSO". PAURE E PERPLESSITA', IN UN MONDO SEMPRE PIU' SOCIAL

di Daniele Maiani

Paure e perplessità, in un mondo sempre più social Quando il “virtuale” prende il posto del “virtuoso” di Daniele Maiani Social network, la parola magica di questo periodo: ovverossia come comunicare in maniera sempre più precisa, non rivolti a una massa indistinta di gente, ma puntando direttamente alle persone a cui si è interessati e di cui si conoscono gusti, abitudini, pensiero e tendenze. In principio era Facebook, poi twitter poi... apriti cielo, fino ad arrivare a istagram, ovverossia comunicare pubblicando foto.

Come al solito, a rompere gli argini di questa frontiera sono stati i giovani e poi il fenomeno è dilagato nelle valli delle età avanzate, in molti casi rendendo palude cervelli di cinquantenni incapaci di drenare la piena di informazioni, fino ad arrivare all'ultima frontiera, le Amministrazioni Pubbliche. Tutto come nel più classico Star Trek: “Pubblica Amministrazione ultima frontiera, le incredibili avventure dei cittadini alla esplorazione di nuovi mondi etc. etc.”. Infatti viviamo in un mondo dove spesso si antepongono le mode alle necessità reali, dove il peso che si dà all'apparire è sproporzionatamente maggiore di quello dell'essere, dove il frivolo, perché più semplice, viene praticato con più impegno rispetto all'utile, che invece è difficile.

Quello dei social network, di cui le Pubbliche Amministrazioni cominciano ad utilizzare la tecnologia, è in realtà un mondo di “conigli mannari”, ammantato di frivolezze all'esterno, ma dove la condivisione forzata di tutte le informazioni possibili lascia l'individuo nella più profonda solitudine esistenziale, data dall'impotenza di poter gestire il suo privato in maniera ragionevolmente riservata. Tutto in piazza quindi, sentimenti, preferenze, stile di vita, pensiero, e tutti che possono prendere tutto e farne ciò che vogliono alla faccia della sbandierata privacy.

Questo è il succo del limone della situazione. E qui interviene l'ultima considerazione, cioè la valutazione che passa tra comunicare e imporre ad altri delle idee. La prima delle due cose presuppone un rapporto paritario tra due entità: una che dice una cosa e l'altra che è libera di ascoltarla o meno ed eventualmente di controbattere. La seconda si ha quando una “entità” dice una cosa costruita conoscendo tutto dell'altro soggetto (parlo di gusti, di sentimenti, di tendenze in ogni campo) e quindi “infiocchetta” la cosa in maniera tale che a chi sta davanti sia impossibile dire no.

Ora se questo sistema è portato avanti da privati è già eticamente discutibile, ma se su questo mondo ci si buttano le Amministrazioni Pubbliche che in pratica sono le emanazioni di una società, e che quindi i cittadini li dovrebbero tutelare, e per di più le suddette attività vengono pagate con i soldi di tutti, qualche perplessità penso sia giusto averla. In pratica, non tutto quello che è nuovo e funzionale è per forza bello e da accogliere: la rivoluzione francese, per esempio, portò alla ribalta l'uso della ghigliottina, ma non per questo tutti se ne dotarono in casa per usarla indiscriminatamente, visto che era un oggetto alla moda.

Ultima modifica il Lunedì, 07 Settembre 2015 10:16

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