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"L'uomo del coniglio": inizia col botto la Stagione di Prosa di Petritoli

PETRITOLI - Sabato 12 Gennaio alle ore 21,30 si aprirà il sipario sulla nuova stagione teatrale del Teatro Dell'Iride di Petritoli. Una Stagione che come ogni anno si modifica con spettacoli di Prosa, Cabaret ,Classici e Contemporanei..ma sempre con un unico fine: la qualità. La Direzione Artistica da 3 anni affidata all'esperto Alessandro Rutili che vi invita il pubblico già da questo sabato ad essere presenti a teatro, in occasione del monologo interpretato da Gianluca Marinangeli dal titolo "L'Uomo del Coniglio" (info e prenotazioni 346/7971308 biglietto intero €10.00 ridotto under 14 €6.00).

L’uomo del coniglio, interpretato da Gianluca Marinangeli, che ne cura anche la regia, è un monologo scritto dalla drammaturga uruguaiana Ana Magnabosco e tradotto in italiano dall’attrice e regista uruguaiana Monica Menosse Hutton. Le opere della Magnabosco, come quelle di altri drammaturghi uruguaiani contemporanei, sono caratterizzate da uno stile naturalista lievemente intriso di magia, dove molti elementi realistici vengono trasfigurati attraverso la fantasia e il misticismo.

"L'uomo del coniglio" è una stanza artistica da visitare, ovunque, da chiunque, con meritata attenzione. Il testo folle e leggero, privo di ogni banalità, tratteggia un personaggio sfaccettato, ironico, poetico e di grande umanità. Il protagonista, Catalino, vive in una sorta di estasi folle attraverso la quale si allontana dalla dura e triste realtà in cui vive viaggiando con la mente nello spazio e nel tempo per crearsi una nuova illusoria dimensione, in cui la vita perde, almeno momentaneamente, il proprio squallore, per diventare luogo perfetto in cui proiettare i propri sogni, le proprie speranze, i propri ideali.

Catalino è un personaggio sensibile, tenero, ironico e, al tempo stesso, estremamente reale e credibile, pur nella sua apparente follia, riuscendo a ritagliare con verità e sincerità la sua disperazione, che lo rende a tratti fragile e vulnerabile, a tratti forte e sicuro, fino al suo grido finale “Abbiamo diritto all’Allegria”, con cui proclama la vittoria dell’ottimismo e della forza di volontà sulle avversità della vita. La follia di Catalino è sensibilità, creatività, ingegno, fuga dalla realtà, illusione, sogno, speranza, immaginazione; è un personaggio poliedrico e sorprendente, che ti entra nel cuore e che non si può fare a meno di amare.

Egli, licenziato dalla fabbrica dove lavorava, vive in una povera stanza e si rivolge al suo amico Peppino che non vediamo cercando di convincerlo a rimettersi in gioco e a prendersi cura di un coniglio che potrà essere il primo di un piccolo allevamento. Cerca poi di coinvolgerlo nella sua idea di inventare uno show dell’allegria da portare in giro per il mondo. Catalino crea nella sua mente una realtà alternativa alle brutture, alla spietatezza, all’indifferenza che fagocitano troppe aspirazioni. La sua “follia” si fa a poco a poco nostalgia, resistenza, rabbia, tenerezza. Nella sua fragilità esistenziale egli diviene una guida che ci prende per mano e ci sprona a sorridere malgrado tutto, ad aggrapparci all’allegria come ancora di salvezza, come unico possibile orizzonte di speranza e a non permettere a niente e a nessuno di strapparcelo via.

Il monologo, vincitore nel Concorso ESTRENARTE dell’Associazione generale degli Autori dell’Uruguay, ha una durata di circa 55 minuti.

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