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Domenica Mengone torna a casa. Spettacolo a Monte San Pietrangeli

MONTE SAN PIETRANGELI - Si conclude l’edizione 2019 di Baraonda, il Carnevale di Fermo e Porto San Giorgio. Domenica 17 marzo, alle ore 17.00 (ingresso libero), al cine teatro Sala Europa di Monte San Pietrangeli andrà in scena il Gran Teatro di Mengone Torcicolli, lo spettacolo della marionetta, originaria proprio di Monte San Pietrangeli, che torna a calcare le scene dopo 160 anni.

Un lavoro di recupero e di riproposizione della maschera storica del Fermano, che ha visto lo spettacolo di Mengone essere proposto lo scorso 1 marzo al Teatro dell’Aquila di Fermo per le scuole e il 3 marzo sempre a Fermo al cortile di Palazzo Falconi.

Per celebrare questo ritorno sulle scene la marionetta è stata ricreata da Steven Bocchetto che la anima (con la voce di Paolo Rocchi), su testo e regia di Marco Renzi di Proscenio Teatro (nell’ambito del cartellone di Baraonda), i cui interpreti sono anche Roberta Cipollone (che animerà la maschera di Lisetta e che ha curato i costumi delle maschere) e Kevin Pizzi.

…un po’ di storia su Mengone

Esistono nel nostro paese delle consolidate tradizioni teatrali, una di queste è quella che fa riferimento al Teatro dei Burattini e delle Marionette, oggi erroneamente considerato minore e secondario. Questo genere, che gli addetti ai lavori chiamano Teatro di Figura, riconosce delle scuole: quella napoletana, quella bergamasca, quella emiliana e tante altre ancora. Ciascuna di queste tradizioni ha i suoi consacrati ed intramontabili eroi: Pulcinella a Napoli, Gioppino a Bergamo, Fagiolino e Sandrone in Emilia Romagna, ciascuna ha anche un periodo storico preciso intorno al quale si è consolidata e questo è per tutti databile agli inizi del 1800. Negli stessi anni, in un piccolo paese del fermano, a Monte San Pietrangeli, accadeva una cosa analoga, nasceva per volontà di alcune persone un Teatro delle Marionette e cominciava a dare spettacoli in maniera continuativa e non solo in ambito paesano. Terminate le guerre napoleoniche, il giovane Pacifico Quadrini, che aveva fatto parte della Grande Armata, se n'era tornato al suo paese natale, a Monte San Pietrangeli,

Le duttili mani di Pacifico Quadrini ornarono anche delle Chiese: il tempio di S.Francesco a Montegiorgio e parte della Chiesa Collegiata del suo paese. Vuoi per questa sua arte costruttiva, vuoi per quel senso del fare, dell'operare, del provare, vuoi per aver visto il Teatro di Benedetto Audiberti, sta di fatto che Pacifico decise di costruire un suo proprio Teatro delle Marionette e di dare pubblici spettacoli.

Ma l'incontro veramente determinante fu quello con Andrea Longino Cardinali, considerato un buon letterato, grecista di fama che aveva rapporti con il Foscolo, il Monti e il Leopardi.

Il Cardinali, stimolato dal lavoro del Quadrini, iniziò a scrivere per questo "piccolo" Teatro, adattò diverse commedie del repertorio classico attingendo spunti da Terenzio, Plauto, Goldoni, Giraud e altri ancora, soprattutto però inventò e diede vita ad un originale e divertente personaggio teatrale, tale MENGONE TORCICOLLI, una vera e propria maschera marchigiana.

Le avventure di questo nuovo personaggio Andrea Longino Cardinali le ha fissate in ben dieci commedie, tutte perfettamente conservate nella Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, esse sono: - IL COLLEGIO DEGLI ORFANELLI - LA MOGLIE RASSEGNATA - LA FINTA CAMERIERA - LA FAMIGLIA RIUNITA - DON GIOVANNI TENORIO - L'INNOCENTE IN PERIGLIO - LA SCHIAVITU' DI SCUTERI - LA METAMORFOSI DI ROGANTINO - IL FEUDATARIO - I VERI AMANTI.

L'esilarante personaggio comico di Mengone ebbe grande fortuna e incontrò l'incondizionato consenso del pubblico e non solo di Monte San Pietrangeli. Dai permessi di rappresentazione, ancora visibili in fondo ai copioni, si evince che lo spettacolo fu fatto a Fermo, Jesi, Fabriano, Macerata, Montolmo (attuale Corridonia), Camerino, Mogliano, Tolentino, Sant'Elpidio a Mare, Santa Vittoria in Matenano e certamente in tante altre piccole località del nostro territorio. Mengone Torcicolli divertì il suo pubblico dal 1816 al 1859, anno in cui si perdono le tracce e la maschera cadde completamente nell'oblio, anno in cui probabilmente la compagnia cessò, per cause che non conosciamo, la propria attività, forse per morte o malattia di qualche suo componente o forse per stanchezza, certamente venne a mancare il ricambio generazionale, quella forte spinta che i giovani sanno dare e che permette la conservazione e lo sviluppo di un patrimonio acquisito.

Con le storie di Mengone Torcicolli sono cresciute intere generazioni, così anche con la leggenda della Grotta Fatata del Monte Sibilla e con tante altre identità culturali proprie della nostra Terra, queste "culle" hanno certamente dondolato in quello che oggi chiamiamo immaginario di una comunità, sono state vive per un periodo ed ora non più, ma vivendo hanno lasciato tracce, hanno significato ed allora è importante quanto meno conoscerle per farne partecipi le stesse comunità che le hanno date alla vita. Grazie a Carlo Ferrari che mi ha fatto conoscere Mengone Torcicolli e tante meraviglie dei vecchi Carnevali della Città di Fermo.

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