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Costruzioni, crediti bloccati. Aziende a rischio fallimento e blocco dei cantieri. L'allarme di CNA

FERMANO - Cassetto fiscale pieno di crediti, ma niente liquidità. E’ la condizione in cui versano tantissime imprese del settore costruzioni, a causa del gravissimo impatto della mancata cessione dei crediti legati a bonus edilizi e sconti. Un allarme che la CNA di Fermo aveva lanciato da tempo e che oggi rappresenta una tremenda realtà per tante imprese artigiane a rischio fallimento. Un fallimento che vuole dire perdita di posti di lavoro nella filiera delle costruzioni, che comprende edilizia e serramenti.

Abbiamo chiesto al Governo di trovare rapidamente una soluzione, un intervento straordinario per disinnescare una bomba economica e sociale – riferisce il Direttore Generale Alessandro Migliore - generata da una serie di provvedimenti normativi che non hanno fatto altro che alimentare confusione e profonda incertezza. Raccogliamo quotidianamente le testimonianze di imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e hanno crediti non monetizzati. La consistenza dei crediti bloccati sta mettendo in crisi migliaia di aziende a rischio fallimento”.

Non solo, per qualcuno si prospetta il blocco dei cantieri attivati: “Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti – spiega Loris Antolini, presidente di CNA Costruzioni Fermo - quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori, si rinvia il pagamento di tasse e imposte e saltano anche i compensi dei collaboratori”.

Per fare un esempio della consistenza media dei crediti, basti pensare che un’azienda con giro d’affari di 150mila euro detiene 57mila euro di crediti nel proprio cassetto fiscale: “Alla crescita del fatturato l’incidenza resta rilevante – dice Antolini - un’impresa con 750mila euro di ricavi sconta 200mila euro di crediti bloccati”. Tra le maggiori criticità lamentate dagli imprenditori, ovviamente, la mancanza di soggetti disposti ad acquisire i crediti e i tempi di accettazione dei documenti contrattuali eccessivamente lunghi.

Per la cessione dei crediti – prosegue Migliore - le imprese della filiera si sono rivolte principalmente alle banche, a Poste Italiane e società di intermediazione finanziaria. Ma di fronte a norme incerte e continui stop and go, gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti. CNA stima che ad oggi i crediti in attesa di accettazione in Italia superano i 5 miliardi e, di questi, circa 4 si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura”.

Senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali, la strada, secondo Loris Antolini, sarebbe drammaticamente segnata: “Si arriverà presto al mancato avvio di nuovi cantieri con ripercussioni negative sull’intera filiera e sull’economia nel complesso nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili”.

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