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Coldiretti Ascoli Fermo, è allarme siccità nelle campagne: “A rischio coltivazioni e allevamenti”

MARCHE - Tra costa e collina si sono visti appena 4 millimetri di pioggia e le temperature sono un paio di gradi sopra la media storica. Risultato: è allarme nelle campagne del sud delle Marche dove grano, girasole, mais, vite e olivo iniziano a sentire i primi segnali di stress a fronte di una siccità che, pur patita fin dall’inizio dell’anno, si è acutizzata nell’ultimo mese.

E' quanto emerso a Valmir di Petritoli dove la Coldiretti Ascoli Fermo ha riunito tutti i propri dirigenti interprovinciali per affrontare questa problematica. Secondo un’elaborazione dell’Organizzazione Agricola su dati Assam, dall’inizio dell’anno le precipitazioni hanno registrato un brusco calo del 53% rispetto alla media storica degli ultimi 10 anni mentre è un -46% il dato che riguarda la parte collinare della provincia ascolana.

Meglio, si fa per dire, è andata sull’Appennino dove le piogge sono cadute nella prima settimana di maggio senza tuttavia impedire un bilancio negativo: -35% dall’inizio dell’anno. Secondo le previsione dovrebbe piovere nel weekend ma intanto è allarme anche per gli allevamenti dove occorre più acqua per abbeverare gli animali fiaccati dal gran caldo. “Una situazione gravissima – dicono Armando Marconi e Francesco Goffredo, presidente e direttore di Coldiretti Ascoli Fermo – che obbliga a scelte coraggiose per non disperdere le risorse. Come Coldiretti chiediamo da tempo di efficientare e modernizzare il reticolo irriguo che oggi, in molte aree delle province di Ascoli e Fermo, è obsoleto, non a pressione e registra troppe dispersioni, oltre a investimenti mirati per creare invasi e aumentare la possibilità di raccolta delle acque”.

Un progetto, quest’ultimo, elaborato da Coldiretti e ANBI, immediatamente cantierabile, che prevede la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. L’idea è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione. “Un intervento strutturale – conclude Coldiretti - reso necessario dai cambiamenti climatici caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a lunghi periodi di assenza di acqua, che nell’arco di dieci anni hanno causato 14 miliardi di euro di danni all’agricoltura italiana”.

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