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CNA Terr.le Fermo: a Montappone per parlare di ripartenza, credito, formazione e prospettive

MONTAPPONE - Ottimo riscontro per l’appuntamento "Credito alle imprese: supporto alla ripartenza e nuove prospettive", organizzato a Montappone, negli spazi di Palazzo Riccucci, da CNA Fermo e Banco Marchigiano giovedì scorso. Oltre 50 gli imprenditori del territorio presenti, a testimonianza che c’è voglia di guardare avanti e di puntare verso nuove prospettive. Sul tavolo della discussione il tema della ripartenza, ma anche quelli della formazione e del rapporto con gli istituti di credito, oltre ad un importante annuncio da parte dello stesso Banco Marchigiano.

“E’ stato un importante momento di incontro dedicato al territorio – riferiscono il Presidente CNA Fermo Emiliano Tomassini e il Direttore Generale Alessandro Migliore - e all'approfondimento di tutti gli strumenti necessari per una ripartenza concreta del nostro tessuto produttivo. Tra questi c’è senza dubbio la formazione delle professionalità necessarie alle imprese: lo ribadiamo con forza. Stiamo lavorando per dare il nostro contributo concreto all’orientamento degli studenti che devono scegliere i percorsi scolastici più idonei all’ingresso nel mercato del lavoro di oggi, per essere in grado quindi di rispondere alle esigenze dell’impresa”.

Un tema affrontato nella declinazione più strettamente aziendale anche da Paolo Marzialetti, Presidente Nazionale Settore Cappello e Vice Presidente Federazione Italiana TessiliVari: "La questione fondamentale è quella del processo di redistribuzione del credito . spiega Marzialetti -, anche alla luce di una globalizzazione deflagrante, con gli effetti collaterali della crisi pandemica ancora in corso, che deve dunque andare nella direzione delle PMI e MPMI che ora più che mai rappresentano la spina dorsale del tessuto imprenditoriale del paese con l'incredibile quota del 96%. Se il sistema bancario a livello europeo non comprende questo passaggio epocale il sistema non tiene. Lo storytelling della crescita dimensionale ormai è chiaro che si tratta di una scusa per continuare a concedere credito solo a pochi. In passato questa filosofia reggeva poiché i piccoli (soprattutto artigiani) depositavano e gli istituti di credito reinvestivano gli impieghi presso le aziende più grandi, ma da una quindicina d'anni a questa parte anche i piccoli necessitano obbligatoriamente di poter avere accesso al credito ed è per questo che tale impostazione deve necessariamente essere modificata con un nuovo processo redistributivo anche a favore delle PMI e MPMI da parte degli istituti di credito, che proprio su questi presupposti ne devono valutare la capacità restitutiva. Altro punto attinente da approfondire, conseguentemente legato al Credito, è quello della crescita dimensionale secondo il quale tutte le aziende debbano obbligatoriamente crescere in maniera indiscriminata, ma proprio poiché molte PMI e MPMI sono aziende di filiera che operano a monte ed implementano il loro volume d'affari in virtù appunto della bontà della filiera a cui appartengono, necessariamente sono costrette a recedere quando la congiuntura è negativa, per una molteplicita di ragioni. Dunque siamo passati dal "piccolo è bello", ricordate? All'altro assunto "o si cresce o si muore", ma non è corretto neanche questo, poiché le filiere produttive hanno bisogno di tutti inclusi i piccoli e piccolissimi per poter essere ritenute tali. Nel mondo del fashion in genere, ma soprattutto nel segmento del lusso non troveremo mai un top brand globale che faccia tutto da solo, con la propria media, grande o enorme struttura, ma dovrà sempre e comunque appoggiarsi agli artigiani con il loro saper fare e la loro radicata manualità ed artigianalità che professano presso le proprie botteghe, i laboratori e gli ateliers, visto che sono proprio loro che rappresentano il 96% del tessuto imprenditoriale italiano che va dunque per questo salvaguardato proprio a partire da un serio e lungimirante processo di redistribuzione del credito. Anche perché molti dì questi artigiani non possono neanche crescere troppo a livello dimensionale, poiché rischierebbero di perdere quelle loro caratteristiche e peculiarità legate alla manualità ed all'artigianalità che rappresentano quel saper fare per cui si rendono appetibili dai Leaders di Filiera (che solitamente sono proprio i grandi brands della moda e del lusso).

Ultima questione è quella riguardante la cosiddetta "formazione continua" acquisita "on the job" che è la vera formazione, poiché effettuata "in house", in azienda, nel laboratorio, nell'atelier o nella bottega che sia. Non solo per le nuove risorse, ma anche e soprattutto per le maestranze già in essere. Gli istituti tecnici e professionali, oltre che gli ITS devono occuparsi naturalmente di dare ai ragazzi il necessario orientamento ed introdurli anche al nostro mondo del lavoro nei loro diversi livelli di competenza, innovazione e digitalizzazione, ma noi non possiamo chiedere loro di fare più di questo, poiché loro non possono in alcun caso sostituirsi a noi nella formazione "manuale ed artigianale" quella vera che richiede almeno i primi tre anni per le nuove risorse, per arrivare a cinque anni per una formazione completa e che poi deve restare obbligatoriamente "continua" come per tutte le altre maestranze già in essere".

Marco Moreschi, il Direttore Generale del Banco Marchigiano ha ripercorso la storia dell’istituto di credito, evidenziando le caratteristiche di una banca in salute: “Da 12 filiali, in 4 anni e mezzo siamo arrivati a 28 filiali su 4 province delle Marche, con un progetto di espansione, patrimonio e liquidità importanti, che superano di molto i vincoli normativi. Siamo una banca sana, con costi sotto controllo. Crediamo da sempre nei sistemi di rete e nella reciprocità con i principali portatori di interesse del territorio, istituzioni e associazioni di categoria. Lavoriamo quasi mai sul solo rating, ma piuttosto su una conoscenza vera delle aziende, degli imprenditori, li guardiamo negli occhi, conosciamo la loro storia, capiamo se il futuro è chiaro e se l’azienda funziona”.

L’incontro si è chiuso con l’impegno, chiarito dal Direttore Moreschi, di Banco Marchigiano ad aprire un ufficio finanziario in zona, sulla base di un patto con il territorio e i suoi stakeholders. Un primo passo che servirà da strumento per valutare, sulla base dei risultati ottenuti, una presenza ancora più strutturata.

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