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CNA Fermo: calzatura, sanzioni boomerang. Dallo Stato zero ristori, bene i contributi di Regione e CCIAA per l'Obuv di Mosca

CNA FERMO - Crisi economica, pandemia, guerra Russia - Ucraina: il sistema moda è tra i più colpiti. Le imprese del settore, nel dopo pandemia, hanno dimostrato grande capacità di resilienza: oggi vanno salvaguardate, sostenute e accompagnate. E a fronte di nessuna azione di ristoro per le imprese colpite dagli effetti della guerra, ben venga il sostegno alla trasferta in Russia per l’Obuv.

Già nelle primissime settimane dopo lo scoppio del conflitto, le conseguenze per le aziende del calzaturiero sono state evidenti. A marzo abbiamo chiesto al Governo ristori per coloro che fossero in grado di certificare i danni subìti, vale a dire merce prodotta e invenduta oppure consegnata e non pagata. Ad eccezione dell’emendamento presentato dal senatore Francesco Verducci, non si è visto altro. Per questo la conferma della fiera Obuv di Mosca e del contributo della Regione Marche alle imprese partecipanti, garantito grazie alla convenzione con la Camera di Commercio regionale, è per noi un’ottima notizia”.

I vertici CNA Fermo, il Presidente Emiliano Tomassini e il Direttore Generale Alessandro Migliore, si esprimono favorevolmente riguarda la trasferta russa delle aziende del calzaturiero: “Le sanzioni si stanno rivelando un boomerang per il nostro tessuto produttivo – sostiene Tomassini - in particolare per il calzaturiero, settore trainante dell’economia territoriale. Dalla Regione e dalla Camera di Commercio sono arrivati aiuti parziali, come le misure per gli investimenti produttivi, per le reti d’impresa e le filiere, per il riorientamento e la diversificazione dei mercati, per la transizione tecnologica e digitale dei processi produttivi ed organizzativi, la contribuzione aumentata per i voucher internazionalizzazione. Tutte misure comunque non sufficienti se lo Stato non fa il grosso del lavoro”.

Abbiamo bisogno di strumenti adeguati per rispondere alle pesanti conseguenze già in atto. Ristori per compensare i mancati ricavi, ammortizzatori sociali per garantire la tenuta occupazionale del distretto, sgravi contributivi, istituzione della Zona Economica Speciale, sono alcune delle nostre richieste che vanno proprio in questa direzione”, aggiunge Migliore, che è anche il responsabile CNA Federmoda per Fermo e Macerata. “Il Distretto fermano maceratese – riferisce – già indebolito da crisi precedenti, a causa della pandemia aveva registrato una riduzione delle esportazioni del 25,6% rispetto al 2019. La notizia del fatturato in ripresa nei primi 9 mesi del 2021, con un recupero a doppia cifra, è stata però seguita dal rallentamento alla fine dello scorso anno per via dell'aumento dei costi energetici e le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime. Ad aggravare un quadro già difficile, il conflitto scoppiato il 24 febbraio”.

La posta in gioco è alta. “La guerra in Ucraina – dice il Presidente Tomassini - rischia di paralizzare l'attività di tanti artigiani e imprenditori, da settimane alle prese con le difficoltà di approvvigionamento e di personale, oltre all'aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici. Una spirale che contribuisce ad alimentare l'inflazione e ad un pesante rallentamento della domanda interna”.

Per le imprese manifatturiere si tratta di una situazione che si traduce in mancanza di componentistica necessaria per la realizzazione dei prodotti finali, con gravi conseguenze sugli scambi con l'estero.

Il rischio è che, oltre alla diminuzione delle vendite verso i paesi in guerra, si potrebbe registrare un accorciamento delle filiere produttive. Ci troviamo in un momento complesso, che potrebbe indurre mutamenti significativi sui processi produttivi, gli scambi commerciali ma più in generale sul sistema economico nazionale”.

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