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CNA Fermo: bando periferie, Silenzi "stop pericoloso"

FERMO - Bando periferie: uno stop alle risorse che può rivelarsi molto pericoloso. A sostenerlo è la CNA Territoriale di Fermo, che interviene a seguito della notizia del blocco dei fondi arrivata a inizio agosto. “Si è trattato di una notizia che ha inevitabilmente tenuto banco in queste settimane – commenta il Presidente Territoriale Paolo Silenzi – a causa di uno stop repentino a fondi che, nel Fermano come negli altri territori, sembravano ormai una realtà più che certa, con una procedura avviata nel dettaglio. Oggi accogliamo con favore la risoluzione proposta da alcuni consiglieri regionali, tra cui l’assessore Cesetti e il consigliere Giacinti, e poi approvata: è fondamentale dare un segnale di contrarietà forte, affinché quello che sembrerebbe uno scontro politico non abbia poi le serissime ripercussioni sociali ed economiche che anche CNA, come i sindaci interessati, teme”.

L’associazione di categoria fermana esprime vicinanza e sostegno ai Comuni che si sono visti sfumare ingenti risorse per lo sviluppo di aree a rischio degrado, come quella di Lido Tre Archi a Fermo (FOTO): “Il bando periferie – prosegue Silenzi – rappresenta un’occasione importante di crescita per le comunità che ottengono i fondi, con conseguenze positive, a partire da quello della sicurezza urbana: si tratta di un aspetto che la CNA non ha mai mancato di evidenziare, in base alle segnalazioni ricevute dagli imprenditori, direttamente alle Amministrazioni comunali oltre che nelle fasi elettorali”.

Il Direttore Generale Alessandro Migliore mette l’accento sulle conseguenze che un reale impegno delle risorse potrebbe avere sul tessuto economico e produttivo, con una precisazione però: “Confidiamo che, con la votazione prevista alla Camera per l’11 settembre, la situazione possa cambiare, grazie ad un impegno del Governo che vada oltre la contrapposizione politica, guardando alle necessità dei territori. Dal nostro punto di vista, lo sblocco di fondi e progetti potrebbe significare un aumento del lavoro per le imprese. Tuttavia, contestiamo la riforma degli appalti che sta letteralmente mettendo fuori mercato le piccole imprese”.

Infatti CNA rileva che, seppure a due anni dalla riforma si sia registrato un + 36% del mercato degli appalti, questa al contempo ha significato un incremento dell’importo del lotto medio, salito oltre il milione di euro: “Le piccole imprese – spiega Migliore – restano regolarmente a bocca asciutta, perché i lotti messi a gara sono quasi sempre fuori dalla loro portata, e questo riguarda il 95% delle aziende. CNA chiede che, alla riduzione delle stazioni appaltanti, Governo e Parlamento intervengano per affiancare strumenti che permettano alle pmi di un territorio di partecipare alle gare d’appalto indette nella loro area, altrimenti la situazione del tessuto economico e produttivo verrà ulteriormente compromessa”.

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