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Monte San Pietrangeli alla scoperta di un concittadino musicista e compositore

MONTE SAN PIETRANGELI - Domenica pomeriggio si è svolta una giornata di studi dedicata a Basilio Amati, compositore dell’Ottocento molto apprezzato ma del quale si era per lo più persa memoria. Allievo, tra gli altri, di Luigi Vecchiotti (maestro della Cappella di Urbino e Direttore della Cappella della Santa Casa di Loreto) e Pietro Amadei (organista della Santa Casa di Loreto), musicisti e compositori valentissimi, Basilio Amati (nato a Monte San Pietrangeli nel 1817) diventa Maestro di Cappella a Montefano nel 1844 e ricoprendo quel ruolo fino alla morte avvenuta nel 1891.

L’evento conclude una serie di incontri vòlti proprio a ricordare la figura del maestro Amati. Il 16 novembre scorso, infatti, si era svolto un raduno delle Bande di Monte San Pietrangeli e Montefano, comunità in cui nacque ed operò Amati, e la corale “Oddo Marconi” di Montefano aveva proposto alcuni brani dal capolavoro del Maestro “Le tre Ore di agonia di Nostro Signore”, molto apprezzati dai presenti. La composizione, per la verità, a Montefano è parte del tessuto sociale e culturale della comunità essendo tradizionalmente eseguita in ogni Venerdì Santo. In quell’occasione, lo storico locale montefanese Piermarino Simonetti aveva parlato proprio della vita di Amati a Montefano, le relazioni con il suo protettore Telesforo Carradori e la sua intensa attività di maestro di musica a Montefano.

Domenica scorsa esperti di storia locale e musicologi di primo livello hanno presentato al pubblico il loro lavoro di ricerca promosso dall’Amministrazione comunale di Monte San Pietrangeli con la collaborazione del locale corpo bandistico “Mauro Cecchini” e il sostegno economico della Regione Marche.

Dopo un’approfondita biografia di Amati, illustrata da Fabio Sileoni, è stata la volta di Marco Pazzelli che ha approfondito i rapporti di Amati con la nascente Filarmonica i Monte San Pietrangeli pochi anni dopo la raggiunta unificazione italiana. Il prof. Paolo Peretti ha poi illustrato il manoscritto della “Messa funebre Solennissima” di Vecchiotti del 1848 e il singolare rapporto con la “Messa per i morti della Battaglia di Castelfidardo” del 1860 sempre del Vecchiotti, e di cui si conserva l’originale nell’archivio storico di Monte San Pietrangeli perché donato proprio all’allievo Amati, la sorella del quale, a sua volta, ne fece dono all’Amministrazione di Monte San Pietrangeli nel 1893 insieme ad altra musica. Ed è proprio sul fondo musicale di Basilio Amati che ha posto l’attenzione il prof. Ugo Gironacci, analizzando e catalogando i diversi manoscritti conservati a Monte San Pietrangeli che, a quanto pare, sono le uniche opere superstiti.

“È stata un’ottima iniziativa – commenta il sindaco Paolo Casenove – che ha permesso di riscoprire un cittadino illustre di cui in paese nessuno sapeva nulla. Oltre alla targa affissa sulla facciata del centro culturale “San Giovanni”, in piazza, lavoreremo anche per fare di questi studi una pubblicazione per studiosi ed esperti del settore, ma anche a memoria delle generazioni future”.

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