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Makki: l’integrazione tra Occidente e Oriente passa per la cultura

CAMPOFILONE - Sabato 17 dicembre il teatro comunale di Campofilone ospiterà un nuovo incontro con lo scrittore di fiabe Abdulghani Makki. Da anni ormai, questo medico di origine siriana che vive a Porto San Giorgio ha cominciato ad esplorare il linguaggio delle fiabe per raccontare storie e leggende che hanno nell’Oriente il loro fulcro e la loro ispirazione.

Da “La Gazza ladra” a “Il frutto del Paradiso”, libri bilingue con splendide illustrazioni editi dalla casa editrice Zefiro, Makki fa riemergere i ricordi della sua infanzia, quando la Siria era una terra ancora ospitale malgrado l’approssimarsi delle prime dittature. E così la gazza è l’uccello “ruba saponi” nella cultura popolare siriana, perché arraffa, seguendo la sua natura, i pezzi di sapone d’Aleppo bagnati e luccicanti lasciati sui lavabi delle case arabe. E il melograno è il frutto del Paradiso perché se si ha la fortuna di trovare il chicco giusto al suo interno, come narrano le antiche tradizioni orientali, si può compiere un viaggio fantastico sino a quella dimensione di pace e serenità da cui si può scegliere di non tornare… I protagonisti delle storie di Makki sono sempre un anziano e una bambina, un nonno e una nipote, per un percorso che non è solo transculturale ma anche transgenerazionale: si parlano e si confrontano due culture, quella araba e quella occidentale, si parlano e si confrontano due età, quella adulta e quella dell’infanzia. Gli incontri con Makki lasciano sempre un senso di grande condivisione e serenità: i mondi e le culture s’incontrano, e non si scontrano.

L’editore Zefiro ha scelto di ospitare nei libri sia la versione in italiano che quella in arabo accompagnando le parole con illustrazioni di grande valore affidate a professionisti del calibro di Corrado Virgili e Paolo Pagliacci, che hanno saputo interpretare la fantasia di Makki in modo magistrale. “Scrivere è compiere un viaggio” sottolinea Makki “ed un viaggio non può che portare ad un incontro di culture ed esperienze diverse. Questo, per me, è il significato profondo di integrazione: conoscersi, confrontarsi, apprendere l’uno dall’altro. Sommare e non sottrarre.”

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