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L’Accademia della cucina riscopre dolci e salati del Fermano

FERMANO - Archiviata la recente iniziativa sul tonno rosso nell'Adriatico la Delegazione di Fermo dell’Accademia Italiana della Cucina intende riscoprire e ripercorrere le tradizioni locali attraverso i prodotti da forno, dolci e salati. L’occasione è data dalla cena ecumenica, un evento per gli accademici molto importante in quanto tutte le 300 delegazioni presenti a livello mondiale organizzano la conviviale nello stesso giorno, il terzo giovedì di ottobre, con lo stesso tema scelto ogni anno dal Centro Studi Nazionale “Franco Marenghi” e approvato dal Consiglio di presidenza. Per questo anche la Delegazione della Provincia di Fermo guidata dal delegato Fabio Torresi ha esplorato e approfondito il tema dei dolci e dei salati riportando alla luce ricette accantonate o addirittura dimenticate.

Molte preparazioni, seppure tipiche e tradizionali, hanno avuto una diffusione più ampia di quella del territorio provinciale e pertanto poco connotative e identitarie. Fra queste la torta di formaggio, la torta pasqualina, le ciambelle di mosto, le ciambelle strozzose, li caciù di pecorino, la cacciannanze, la pizza battuta semplice o ripiena, la cicerchiata e altre. Valenza diversa da questo punto di vista è stata riscontrata per “lu serpe” de Fallerò e per l’amandovolo di Porto San Giorgio, assolutamente prodotti tipici e della tradizione locale.

Le ricette de “lu serpe” rinvenute dal convento delle Clarisse di Falerone risalgono al 1600 quando il dolce veniva confezionato dalle monache in occasione della festività del 9 dicembre dell’Immacolata rappresentando appunto il serpe schiacciato dalla Madonna. Di più recente tradizione è l'amandovolo in quanto solo nel dopoguerra il pasticciere Gaviorno realizza il dolce alle mandorle ricoperto di cioccolato e granella di nocciole, ricetta poi diffusa e ripresa da varie pasticcierie e forni sangiorgesi diventando il dolce tipico soprattutto per il periodo natalizio. Il Comune di Falerone ha già avviato la procedura De.Co. (denominazione comunale) per “lu serpe” mentre il Comune di Porto San Giorgio la avvierà a breve per l’amandovolo avvalendosi della collaborazione con la delegazione della Aic.

Tutte le preparazioni dolci e salate della tradizione fermana, così catalogate, saranno degustate dagli accademici durante la cena ecumenica che si svolgerà giovedì 18 ottobre alle ore 20.30 nell’enoteca “Bar a vino” di Giuseppe Rossi a Fermo in Piazza del Popolo n. 39, ove particolare risalto verrà dato all’amandovolo e a “lu serpe” accompagnati dai liquori della distilleria Varnelli. Per la particolarità del tema, la conviviale è stata resa possibile grazie alla collaborazione fra la panetteria-pasticceria “180° gradi” e Peppe Rossi che ne curerà gli accostamenti, il tutto bagnato dai vini della cantina di Emanuele Dianetti recentemente premiata dalla guida slow wine. Al non semplice coordinamento ha pensato l’accademica Anna Maria Ciciretti con il contributo di Clarissa Marzialetti.

“Abbiamo racconto con favore la proposta dell’Accademia per valorizzare l’amandovolo come dolce tipico – rileva il sindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira - . Lo stesso può costituire uno strumento di promozione del territorio ed essere uno degli elementi identificativi della città. Dopo la positiva esperienza del Brodetto sangiorgese possiamo seguire lo stesso percorso di riconoscimento De. Co. anche per l’amandovolo”.

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