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I Sibillini feriti dal sisma, due libri della Garofalo per non spegnere i riflettori

Cristina Garofalo

MARCHE - Maria Cristina Garofalo, autrice de “Le terre di cristallo” e coautrice insieme con Massimo Dell’Orso de “La notte della polvere”, sarà la protagonista del prossimo appuntamento con le interviste della casa editrice Zefiro.

“Ѐ autunno, da un mese e quattro giorni, ma non fa freddo stasera, più che altro si preannuncia il temporale. […] Calpesto già uno spesso strato di foglie caduto copiosamente per il vento caldo e strano di questi giorni”. Quel 26 ottobre prima e 30 ottobre poi hanno determinato uno spartiacque tra passato e presente profondo e lungo come la ferita della terra, la faglia che attraversa l’intera area colpita dal sisma del 2016. La volontà di mantenere viva l’immagine dei luoghi distrutti, ove l’architettura umana, le tradizioni, il folclore e la bellezza della natura hanno vissuto per secoli in equilibro, si è fatta strada nella mente e nel cuore di Maria Cristina Garofalo, autrice di “Le terre di cristallo” e coautrice, assieme a Massimo Dell’Orso, di “La notte della polvere”.

Da oltre 30 anni frequenta assiduamente la montagna, i Sibillini in particolare. La sua storia è legata alla militanza nelle associazioni ambientaliste, come la “Mountain Wilderness”, a difesa degli ultimi spazi incontaminati, che pochi sono rimasti. «L’impegno durante gli anni in cui sono stata responsabile di questa associazione per l’Umbria è stato in direzione della salvaguardia delle montagne e di chi le abita: piante e animali, i veri detentori di questa bellezza» dice la Garofalo.

Vivere all’aria aperta, frequentare gli ambienti naturali è la cifra della sua esistenza. «Mi hanno dato sempre moltissimo e ho cercato di ricambiare questo amore proteggendoli e diffondendo un messaggio di grande rispetto e conoscenza, sfatando anche pregiudizi e luoghi comuni, a partire da quello secondo cui se ci si fa male in montagna è perché la montagna è assassina» spiega, ribadendo quanto sia sbagliato credere che l’uomo sia al centro dell’universo e che tutte le altre specie siano ad esso sottoposte.

Questi due libri sono volti, dunque, a sollecitare una riflessione diversa, contribuendo alla creazione di una presa di coscienza. Così è anche per quanto riguarda il terremoto. «Un momento estremamente forte, di grande terrore e angoscia, che ha messo tutti nella condizione di pensare che la natura ha delle leggi estremamente rigide, ma che tuttavia non sono circoscrivibili all’interno dei parametri umani di bene o di male» dice l’autrice, che ha voluto che a narrare quei momenti di concitazione e spavento fosse proprio un essere della natura, privo del filtro della razionalità. «Come viene vissuto da un animale un momento così forte?» è questo l’interrogativo che lei si è posta, a partire dal giorno seguente al terremoto quando ha ripercorso quei luoghi feriti per andare a recare aiuto a quella gente, tra cui molti suoi amici. «Sono rimasta scioccata del grande silenzio che c’era: non volava una farfalla, non girava una lucertola, non si sentiva nulla, ed è stato uno shock emotivo. Ѐ stato talmente dirompente da zittire la natura, come se tutti gli esseri viventi si fossero resi conto che c’era una legge ancora più grande che non potevano gestire: a differenza nostra, per gli animali tutto ciò che è naturale, anche se drammatico, è iscritto nel DNA» dice la Garofalo ricordando ciò che Dell’Orso gli aveva insegnato, ossia che gli animali hanno molta più paura dei fuochi artificiali che del terremoto perché in loro questa possibilità è iscritta.

«Per me è stato un viaggio, ho cercato di calarmi nella mentalità di un essere diverso dall’uomo facendo leva su ricordi, racconti, come pure su quelle esperienze prive di filtro che provavo quando andavo da sola in montagna» racconta, lei che, quei posti, devastati in quel modo, li aveva vissuti in tutte le stagioni, ed erano luoghi di gioia, di vita.

«Norcia era una nuvola di polvere che si alzava, Visso sembrava Beirut sotto bombardamento. Quando arrivammo a Castelsantangelo sul Nera per portare della carne a Merlino (ndr: il lupo) scoppiai a piangere. Così pensai che dovevo fare qualcosa per non far calare l’attenzione su quei territori, perché sapevo, dopo le prime passerelle dei politici, che le luci dei riflettori si sarebbero spente di lì a poco» racconta l’autrice, sottolineando come il ricavato della prima stampa de “La notte della polvere”, autofinanziata da lei e Dell’Orso, sia stato devoluto al Parco Nazionale dei Monti Sibillini per la ricostruzione del Centro Faunistico di Castelsantangelo sul Nera e come, anche con Zefiro, ciò stia proseguendo.

Mercoledì 7 aprile, alle 21.15, Francesco Moglianesi intervisterà l’autrice Maria Cristina Garofalo; l’evento sarà trasmesso sulle pagine Facebook “Una mole di libri” e “Zefiro Edizioni” e sul canale Youtube “Ѐdi.Marca Editori”.

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