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I piccoli musei della provincia di Fermo rischiano di scomparire. Fino al 16 maggio Italia Nostra “adotta” il Museo Archeologico di Falerone

Statua di Demetra - Cerrere, II secolo d.C.

FALERONE - I musei sono oggi, in Italia, un’istituzione culturale capillarmente presente ovunque. Secondo l’ultimo aggiornamento ISTAT, prima della pandemia in Italia si contavano 4.880 strutture espositive permanenti aperte al pubblico ma, come è noto, la metà del flusso dei visitatori si concentrava nell’1% delle strutture. Allo stesso tempo, la spesa corrente dei Comuni per la gestione di beni e attività culturali si è ridotta di oltre il 10% dal 2010, a fronte di una crescita dell’8,5% della spesa corrente complessiva. Un dato preoccupante per tutti i musei locali che dipendono dai fondi messi a disposizione dai Comuni. Sono dati che contrastano con l’ampliamento dei compiti tradizionali dei musei, passati da luoghi fisici delle raccolte a fulcro di idee, conoscenza, valori e capacità educativa.

«I musei dovranno fare i conti per anni con la riduzione del turismo internazionale - sostiene la presidente nazionale di Italia Nostra, Ebe Giacometti - e quindi dovranno puntare sulla fruizione di prossimità, intensificando i servizi culturali che già forniscono ai cittadini italiani residenti nelle immediate vicinanze. Inevitabilmente il museo dovrà aprirsi e diventare il salotto di casa, dove andare a fare due passi, da soli o in compagnia ma ripetutamente e lentamente, senza la ressa dei grandi eventi espositivi. Forse, chissà, impareremo a conoscere bene i tesori che conservano le strutture museali che abbiamo dietro casa, invece che volare lontano per vedere gallerie in cui le maggiori attrazioni sono, guarda caso, quadri di pittori rinascimentali italiani o statue provenienti da scavi archeologici condotti in Italia.»

Per questo Italia Nostra e ICOM (International Council of Museum) hanno firmato un protocollo d’intesa volto a migliorare la consapevolezza del rapporto cittadino-patrimonio, ad incentivare la partecipazione dei cittadini alla formazione dei saperi museali e ad ampliare il concetto di un museo inteso come porta d’ingresso di una città, di una cittadina, di un borgo, l’inizio di un racconto che lì comincia e continua fuori, nei territori circostanti. La campagna “Settimane del Patrimonio Culturale di Italia Nostra” prende lo spunto da questa intesa per fare svariate azioni di sostegno e divulgazione in 39 musei locali sparsi per il Paese tra i quali spicca il Museo Archeologico “Pompilio Bonvicini” di Falerone.

Ed è per questo che nel 2021 Italia Nostra dedica le Settimane del Patrimonio Culturale a questo museo locale, in quanto infrastruttura culturale complessiva che, per diffusione e consistenza patrimoniale, rappresenta un capitale sociale inestimabile per il territorio. Dopo un annus horribilis per i musei mondiali, con 77% di visitatori in meno rispetto all’anno precedente e la crisi dei grandi musei nazionali, sempre più dipendenti dai flussi turistici internazionali, l’associazione richiama l’attenzione delle istituzioni sul possibile futuro, nel nuovo paradigma post-pandemico, del museo di Falerone. Non sempre nel passato questa realtà ha ricevuto risorse sufficienti per assicurarne il recupero e la corretta gestione. Cosa succederà adesso, dopo questa lunga “traversata del deserto”, questi anni di chiusure forzate?

Italia Nostra è convinta che la missione di un “museo locale” debba basarsi sul rapporto stretto tra la cultura del luogo, la consapevolezza che di questa ha la collettività che l’ha generata nel corso del tempo e la sua elaborazione museale, anche alla luce della Convenzione Europea di Faro sul valore del patrimonio culturale per la società. Per questo concorda con ICOM sul fatto che i musei debbano sostenere un nuovo sviluppo umano, che non sia più esclusivamente quello finanziario, industriale e cementizio ma nemmeno solo spettacolare e turistico. Essi servono per progettare il cambiamento del nostro modello economico su tempi lunghi (nessuna altra istituzione meglio dei musei); per restituire fiducia ai futuri cittadini; per proteggere i diritti delle prossime generazioni; per imparare a consumare senza distruggere. I musei naturalistici sono vitali per preservare la biodiversità; quelli etnografici e scientifici sono determinanti per progettare una nuova economia della conoscenza; quelli storici e archeologici fondamentali per creare coesione sociale attraverso la consapevolezza del passato.

Come tante altre identiche realtà del territorio della nostra provincia, il Museo Archeologico “Pompilio Bonvicini” di Falerone, chiuso da tempo, accomuna il colpo dovuto alla pandemia ai danni strutturali ben più gravi degli eventi sismici del periodo 2016-2018. Un colpo fatale per un piccolo museo, dimenticato dai turisti, privato della linfa vitale delle “scolaresche” e lontano dall’ottenere i dovuti finanziamenti per la sua ristrutturazione. Per questo è stato scelto dalla sezione di Fermo di Italia Nostra ed inserito nella lista dei musei locali coinvolti nella Settimana del Patrimonio Culturale 2021, che va dal 01 al 16 maggio 2021, come simbolo di una struttura culturale che, per diffusione e consistenza patrimoniale rappresenta un capitale inestimabile per l’economia e per la visibilità di una cittadina, Falerone, dalla suggestiva bellezza, ricca di storia e di ricchezze artistiche. Lo scopo è quello di spingere al recupero del museo. Il suo ruolo potrà essere senza dubbio quello di fulcro di idee, conoscenza, valori, capacità educativa, in grado di creare un nuovo capitale sociale e umano, un’istituzione volta al servizio della comunità diventando parte integrante della società del territorio. Italia Nostra sezione del Fermano auspica per le amministrazioni la consapevolezza della necessità del suo totale recupero perché quanto prima possa ergersi come porta di ingresso della cittadina di Falerone e diventi l’inizio di un racconto che comincia all’interno del museo stesso e continua poi in tutti i territori circostanti.

Fino a domenica 16 maggio 2021, nel pieno rispetto delle norme anti covid, sono in programma incontri in web, flash mob e visite al sito archeologico di Falerio Picenus, con modalità che saranno tempestivamente comunicate a mezzo stampa, e.mail e sulla pagina Facebook di Italia Nostra sezione del Fermano.

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