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E' sempre il 25 aprile: la storia del fermano Gino Elba

FERMO - Con la Festa della Liberazione non si può non ricordare la storia di un uomo, di un fermano, venuto a mancare qualche giorno fa, a 94 anni, che ha vissuto gli anni della guerra, che è stato fatto prigioniero e deportato.

Gino Elba era nato nel 1923, prima della guerra lavorava come mezzadro con la sua famiglia a San Girolamo. Poi all’età di 20 anni, quando era militare di leva, venne fatto prigioniero in Montenegro. Un peregrinare fra Albania e Grecia e dopo l’8 settembre i tedeschi lo deportarono su dei “vagoni bestiame a Buttelstedt” (sottocampo di Buchenwald). Nel Campo 11 B si soffriva la fame e il freddo, facevano 25 gradi sotto zero e per coprirsi “si fasciava con della carta gli zoccoli olandesi” che aveva ai piedi. Gino Elba ha raccontato qualche anno fa il periodo della guerra, della prigionia e della deportazione in un’intervista contenuta nel libro di Simona Corvaro dal titolo “Tutti ne tenevano uno: la resistenza non armata al nazifascismo a Fermo 1943-1944” (da cui sono tratte le frasi in corsivo e la foto allegata), pubblicato dall’Associazione Casa della Memoria, che ne ha raccolto la testimonianza ed il racconto carichi di dolore ma anche di tanta dignità e di forza.

Eravamo nemici di tutti – ha detto Gino nel libro – ci tiravano le pietre, ci sputavano addosso, ci davano i calci negli stinchi. Pesavo 35 kg”. Gino insieme ad altre persone viene fatto salire su un trattore con rimorchio e portato fino alle campagne di Dresda per fare dei lavori agricoli in una fattoria. Il pericolo erano i bombardamenti. “Sarei morto al campo 11B se non ci avessero liberato gli americani il 15 aprile del 1945”. Gino è tornato a San Girolamo di Fermo il 26 luglio 1945 dopo un viaggio di 15 giorni. Per tre anni i suoi familiari non avevano saputo più nulla di lui.

La storia di Gino, come quella di chi come lui ha vissuto gli orrori della guerra e della deportazione, può perpetuarsi grazie a queste testimonianze ed a quella che rendono viva il nipote Manolo Elba ed i suoi familiari.

Qualche giorno fa Gino è venuto a mancare ma dal suo sorriso, ma soprattutto dalla sua storia, un esempio di forza e di dignità, per non dimenticare.

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