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Collina Vecchia, un bene culturale da valorizzare. La visita di Italia Nostra

MONTE VIDON COMBATTE - Craco, in provincia di Matera, è una città fantasma, evacuata a causa di una frana dovuta a errati lavori relativi a fogne e reti idriche nell’anno 1963, costringendo gli abitanti a trasferirsi più a valle. Le rovine della città oggi valgono oro perché, nonostante questo esodo forzato, Craco è rimasta intatta ed oggi, per le sue caratteristiche, è una meta turistica e un set cinematografico per vari film.

Vicina a Monte Vidon Combatte, Collina Vecchia ha subito una sorte pressoché identica; in questo caso è stato un elemento naturale a determinarne la decadenza e l’abbandono: il vecchio borgo (il castrum de Collina), venne danneggiato dal terremoto del 1915 e in quello stesso anno ne venne proibita la ricostruzione. Nel 1929 venne deliberato lo sgombero e gli abitanti di Collina Vecchia, sfollati dopo il terremoto, ricostruirono un nuovo borgo chiamato appunto Collina Nuova.

Per la riedificazione non fu trovato di meglio che utilizzare il materiale edilizio del borgo abbandonato, scomponendo buona parte degli edifici. Quello che resta oggi dà un’idea di quanto importante fosse il luogo: la base della vecchia torre dell’orologio, le mura castellane, una chiesa, su base romanica, dedicata alla Vergine Maria ed il suo interessantissimo campanile, l’antica fonte ancora oggi funzionante e alimentata da una delle tante sorgenti del luogo, il lavatoio attiguo, la rampa di accesso del borgo fortificato oltre la quale, attraverso una porta ad arco gotico posta sotto una torre, si poteva accedere al borgo fortificato cinto di mura possenti, in parte ancora visibili. A destra dell’antica porta sorgeva la chiesa interna del castello, detta “San Salvatore e San Marone”. Nella chiesa esisteva un grande ossario, non più esistente a causa di una frana delle mura esterne del tempio; ma ancora oggi ai piedi della cinta si rilevano, sparsi un po’ ovunque, resti di ossa umane, forse dei frati che venivano seppelliti sotto il pavimento del tempio.

Dopo l’abbandono il tempo e la natura hanno impiegato ben poco per soffocare i ruderi con la vegetazione spontanea, offuscando il ricordo di un luogo ameno, ricco di verde e di acqua.

Sospese le attività programmate per l’anno 2020 per le limitazioni imposte dal Covid-19, Italia Nostra sezione del Fermano, ha voluto portare i suoi associati a conoscere Collina Vecchia, proponendo una passeggiata lo scorso 12 luglio. Nell’osservanza delle norme anticontagio sono confluite sul posto oltre 50 persone. Particolarmente apprezzata la presenza del Sindaco di Monte Vidon Combatte, Gaetano Massucci e del vicesindaco Maria Tina Ferracuti, mentre l’attivissimo e appassionato di storia locale, nonché unico abitante di Collina Vecchia Domenico Screpanti, ha illustrato tutto quello che c’era da sapere sulla storia del borgo, dagli albori, ai nostri giorni. Un piacere ascoltarlo e ripercorrere, attraverso le sue parole, momenti di un passato ignoto ai più e quasi del tutto dimenticato. E poi tutti ad esplorare il luogo, apprezzato anche in virtù della ripulitura della vegetazione spontanea effettuata grazie all’interessamento del Sindaco.

Collina Vecchia, una perla vera del nostro territorio che meriterebbe indubbiamente miglior fortuna se solo fosse possibile porla in debita evidenza così com’è accaduto per località come Craco, di Castellabate, di Matera, ecc., tutti siti che hanno goduto di un lancio pubblicitario notevolmente potente. Italia Nostra sezione del Fermano, ha compiuto un primo passo: gli organi competenti provinciali, regionali e, perché no nazionali possono ed hanno il dovere di intervenire per valorizzare un luogo storico di sicura attrazione turistica.

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