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Porto San Giorgio e la piazza che (non) c’è

PORTO SAN GIORGIO - Gioca d’ironia, Fabio Marini, titolare della gelatiera Yogorino e presidente della neonata Nuova Associazione Commercianti, alla richiesta di una riflessione sull’effetto dei lavori per la realizzazione della nuova piazza di Porto San Giorgio. “Che bella domanda! Sto per incontrarmi con l’Amministrazione e non vorrei rovinare tutto!”. Ma subito dopo, facendosi serio, aggiunge: “Perché si parla di nuova piazza se ancora non è pronta? Non c’è verso di finirla!”.

Che ripercussioni pensate possa avere? “Intanto la viabilità non è cambiata, hanno rifatto la piazza ma non sappiamo come saranno i decori urbani, mancano i vasi, le piantumazioni, le panchine. È ancora un cantiere aperto”.

Però qualcuno ha lamentato ripercussioni negative. “Sicuramente i lavori hanno condizionato le attività commerciali. Almeno tre hanno chiuso, Novecento compreso. Il calo c’è stato, non si può negare. Chi ha potuto reggere ha retto, chi non ce l’ha fatta ha dovuto abbandonare. Poi va detto che le colpe sono ben distribuite, ognuno ci ha messo del suo, compresa la nostra categoria. Certo, la piazza sembra si stia rivalutando, almeno da quello che si vede, ma con questi tempi così difficili... diciamo che i commercianti sono stati tutelati troppo poco”.

Comunque, come associazione avete dichiarato di essere disposti a collaborare con questa Amministrazione. “Certamente. Abbiamo iniziato a confrontarci e per il momento abbiamo uno splendido rapporto. Abbiamo dato delle idee, alcune le stanno valutando, altre ci sono state bocciate, ma non possiamo dire che non ci ascoltano. Vediamo se questo porterà risultati a breve. È ancora troppo presto per fare un bilancio.

La speranza è che finiti i lavori si torni ad una normalità, soprattutto in termini di dialettica. “Ci dobbiamo vedere a breve con l’Amministrazione. Quello che è certo è che tutte le festività ce l’hanno fatte fare in maniera indigesta. Ma speriamo bene per il futuro, vediamo quello che viene fuori anche con il piano dei gazebo.”


Andrea Braconi

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