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Il Fermano non è immune da fenomeni di stalking, ammonimento del Questore

FERMO - Un matrimonio finito, come spesso accade, con la reciproca consapevolezza che è meglio dividere le proprie strade e rifarsi una vita. Ma non sempre dopo la separazione il comportamento di una delle due parti risulta rispettoso della libertà dell’altra. Entra in scena la gelosia, l’egoismo, il senso di superiorità ed il sentirsi padrone dell’esistenza dell’altra o dell’altro.

È quanto è accaduto poche settimane fa a Fermo. L’uomo, un quasi quarantenne residente nel capoluogo, non ha accettato la solitudine della separazione dopo la scelta che aveva condiviso con la moglie. E dopo poco che entrambi avevano cambiato abitazione ha iniziato a perseguitarla in ogni modo, direttamente ed indirettamente. La ha tempestata con numerose telefonate di controllo anche notturne, le ha inviato numerosi messaggi sul cellulare e sul computer, si è appostato presso l’abitazione della donna al fine di controllare i suoi movimenti e per sapere chi ospitava, si è recato presso la nuova abitazione della donna con alcune scuse per verificare se ci fosse un nuovo compagno. Quando la donna non rispondeva alle telefonate, le ha inviato ulteriori messaggi con minacce di gravi conseguenze e ha utilizzato ogni mezzo per controllare i suoi spostamenti. Il tutto inframezzato da numerosi litigi anche violenti. Ma anche indirettamente, ha contattato amici in comune per sapere se la donna avesse una nuova relazione.

Come conseguenza la vittima di tali comportamenti, per il timore delle possibili conseguenze anche fisiche, è stata costretta a cambiare le proprie abitudini di vita, modificando con frequenza le strade per andare al lavoro, stando sempre attenta se qualcuno la seguisse, cambiando spesso il numero di cellulare. Il culmine della storia, che ha portato la Questura alla scoperta della vicenda è stato un acceso litigio, all’inizio di aprile, per il quale è dovuta intervenire la Volante il personale della quale, dopo aver calmato gli animi, ha ricostruito i comportamenti vessatori dell’uomo tenuti nei mesi scorsi.

Ma la donna, come spesso succede, non ha voluto infierire sull’uomo, non lo ha denunciato, ma ha chiesto al Questore di Fermo l’emissione della misura di prevenzione dell’Ammonimento, un provvedimento amministrativo che diffida l’autore degli atti vessatori dal proseguire i suoi comportamenti persecutori, ma dal quale derivano, in caso di violazione delle prescrizioni, conseguenze penali di rilievo, quali la denuncia d’ufficio all’Autorità Giudiziaria, l’arresto in flagranza e l’aumento della pena.

Valutate tutte le situazioni ed acquisita ogni possibile informazione anche dalle persone che sono state involontariamente coinvolte nella vicenda, questa mattina la Divisione Anticrimine ha notificato all’uomo il decreto del Questore di Fermo nel quale gli si impone di cessare ogni atto che possa mettere in pericolo l’incolumità fisica e la serenità della donna consigliandogli, altresì, di farsi aiutare dalle specifiche strutture sanitarie di supporto psicologico.

Anche in questa occasione un valido aiuto per la vittima è stata l’applicazione per cellulari YOUPOL, realizzata dalla Polizia di Stato, che da più di un anno, oltre alla possibilità di segnalare episodi di bullismo e di spaccio, è stata estesa anche per i reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche. L'estensione dell'applicazione, che è gratuita, a questo tipo di reati è stato un ulteriore passo in avanti per contenere alcuni fenomeni che, in questo periodo di emergenza per il Coronavirus hanno avuto un concreto incremento.

L’app è caratterizzata dalla possibilità di trasmettere in tempo reale messaggi ed immagini agli operatori della Polizia di Stato; le segnalazioni sono automaticamente georeferenziate, ma è possibile per l’utente modificare il luogo dove sono avvenuti i fatti. È inoltre possibile dall'app chiamare direttamente il numero di emergenza della Questura, che è, da poco più di un mese, il 112 (Numero Unico Europeo). Per chi non vuole registrarsi fornendo i propri dati, è prevista la possibilità di fare segnalazioni in forma anonima. Anche chi è stato testimone diretto o indiretto - per esempio i vicini di casa, amici con i quali la vittima si è confidata - può denunciare il fatto all’autorità di polizia, inviando un messaggio anche con foto e video.

L’applicativo è nato dalla ferma convinzione che ogni cittadino può essere parte responsabile e attiva anche negli episodi di violenza domestica e di genere, una sentinella sul territorio che può essere di aiuto alle persone vittime di reati come nella consapevolezza che tutti lo possiamo essere e necessitare di un pronto intervento di soccorso e di aiuto anche legale.

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