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A14 da incubo nel tratto meridionale marchigiano: la denuncia della sezione trasporti di Confindustria

MARCHE - “Un’odissea pericolosa e costosa”. I lavori lungo il tratto fermano-piceno dell’A14 da un anno paralizzano la viabilità, rendendo un incubo il viaggio per chi si trova a transitare in A14 per necessità. È il caso degli autotrasportatori associati a Confindustria Centro Adriatico. “Le Marche sono tagliate in due. Come si apre il cantiere si circola su una corsia sola mentre il traffico, in questo periodo dell’anno, continua a crescere ora dopo ora. Quasi tutti i giorni gli autisti trovano l’incidente e i tempi di percorrenza raddoppiano” sottolinea Enrico Cognigni, presidente della sezione che rappresenta quindici imprese che danno lavoro a quasi mille persone.

“Da troppo tempo ci si ferma al tema del disagio, invece qui si affrontano ogni giorno danni economici. Normalmente il tratto Fermo – San Benedetto del Tronto viene percorso in 30 minuti. Con il cantiere aperto si va da un’ora a 90 minuti. E non c’è alternativa, perché uscire dall’Autostrada e percorrere la Statale Adriatica sarebbe la soluzione peggiore. Una delle scelte degli autotrasportatori è proprio quella di restare in coda per non aumentare i problemi e disagi ai cittadini, ai residenti che utilizzano le strade comunali e provinciali” prosegue Cognigni.

Tre le principali problematiche che gli infiniti lavori alimentano: stress, costi e inquinamento. “Il rischio incidente cresce e quindi aumenta lo stress. Caldo, traffico intenso, basta una piccola svista, le macchine con i turisti che fanno viaggi lunghi raramente e sono meno abituati alle gallerie: tutto questo trasforma le ore diurne in una odissea. Aumenta il tempo, aumentano quindi i costi per due ragioni: la prima perché i consumi raddoppiano, la seconda perché saltano consegne. Un camion – spiega il presidente della sezione Trasporti - con un litro di gasolio percorre al massimo 3 km, ma quando sta fermo in coda, consuma. Per 30 chilometri dieci litri, oggi per arrivare a San Benedetto del Tronto ne servono almeno il doppio. È chiaro che questo aumenta l’inquinamento, le code sono un enorme problema, lo smog si concentra. E se uno sta fermo, non consegna. Ci sono imprese che attendono la merce al mattino visto che sempre più aziende non fanno magazzino per ridurre i costi e hanno bisogno di materie prime puntuali per poter produrre. E non parliamo di chi non arriva in tempo agli imbarchi, con conseguenze economiche ancora più gravi”.

Cognigni lancia un appello alla Regione e ovviamente ai gestori dell’A14: “Chiudere i cantieri almeno fino a settembre. E soprattutto non proseguire con i lavori per troppi mesi. Ma non solo. Gli associati vorrebbero un segnale forte come il ‘togliere il pedaggio’. Vero che è un tratto breve e influisce poco, ma sarebbe quantomeno un segnale. Come sarebbe un segnale la ripresa della discussione sulla terza corsia che si ferma a Porto Sant’Elpidio, rendendo ogni lavoro nel tratto successivo un enorme problema. L’A14 – conclude il presidente - è la strada principale tra nord e sud. Sono migliaia i camion che circolano su quel tratto ogni giorno. Se si moltiplica il piccolo danno economico per ogni mezzo, i numeri diventano davvero importanti. È ora di dire basta”.

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