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A Servigliano le case che fanno bene all'ambiente

SERVIGLIANO - “Non esistono canne fumarie, non essendo stata allacciata la linea del gas metano”. A parlare è l'architetto Danilo Colletti che si è occupato, per la Arking Consulting, della progettazione di cinque villette a Servigliano, quasi interamente indipendenti dal lato energetico. Cosa, questa, che permette alla famiglie di spendere dai “600 agli 800 euro l'anno per la gestione dell'abitazione”, sottolinea Colletti. A queste case è valsa la certificazione “Casa Clima Oro”, rilasciata dall'agenzia CasaClima, struttura pubblica coordinata dalla Provincia autonoma di Bolzano.

La certificazione viene richiesta dal privato, prevede vari sopralluoghi e, al termine dei lavori, ha luogo una prova finale per verificare che tutto sia stato realizzato nel migliore dei modi. Alla categoria “Casa Clima Oro” corrisponde il consumo di energia più basso. “Si tratta di un sistema da cui tutti traggono vantaggio: chi progetta, chi realizza e chi compra. Per questo si può parlare di un sistema in cui non c'è una parte che perde”, spiega Colletti.

Le villette sono state le prime progettate nelle Marche tra quelle pressoché energicamente autosufficienti. Pur avendo dato il via ai lavori nel 2008, infatti, l'immobile rientra nella categoria di “Edificio a energia quasi zero”. Realizzate da Edilsolare, nelle cinque case di Servigliano, il generatore principale è costituito da una pompa di calore di piccola taglia, che sfrutta quasi totalmente l'energia fotovoltaica prodotta sul tetto. Inoltre, i pannelli contribuiscono alla produzione dell'acqua calda sanitaria ed è presente un impianto di ventilazione meccanica controllata.

“Quest'ultima – dice Colletti – garantisce un elevato livello di recupero del calore interno, più del 90% nella fase di ricambio dell'aria”. Le varie targhe, che testimoniano il riconoscimento “Casa Clima Oro”, sono state consegnate ai proprietari delle palazzine in una recente cerimonia pubblica. Si tratta di targhe da affiggere in luoghi ben visibili, come prevede la direttiva dell'Unione Europea 31/2010, in nome di una visione di un continente sempre più “sostenibile”.


Silvia Ilari

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