Stampa questa pagina

Estate tragica per alcune squadre storiche marchigiane

CALCIO - Per l'ennesima volta negli ultimi 15 anni 3 piazze storiche del calcio marchigiano come Ancona, Macerata e Civitanova Marche, con società che hanno militato fra la serie A, la serie B e la serie C 1, si ritrovano a fare i conti con fallimenti ed indebitamenti, che impediranno ai tifosi di vedere le loro squadre del cuore nelle categorie professionistiche o semi professionistiche, per problemi esclusivamente di natura economica.

Per la Civitanovese dopo la sentenza di fallimento dovrebbe essere sicura la ripartenza dalla Prima Categoria con una nuova società, al momento in cui scriviamo, è più complicato sapere con esattezza la sorte per la Maceratese e l'Ancona, anche se l'ipotesi più probabile sembrerebbe essere ugualmente in campionato di 1^ Categoria, viste le perduranti incertezze societarie, ed anche per una uniformità di trattamento.

Certo è, che se oggi “piangono” delle piazze storiche, non molti anni fa altre città ugualmente importanti sono state costrette e ricominciare, come Ascoli Piceno con 15 campionati di serie A alle spalle ed il fallimento dichiarato a seguito della gestione Benigni, oppure, San Benedetto del Tronto con oltre 20 tornei di serie B spalle e purtroppo diversi fallimenti e crac societari affrontati, solo per citare quelle più importanti, non dimenticando le notevoli difficoltà della Fermana 2006 e della storica Vis Pesaro. Ebbene, nell'estate dei petroldollari per Neymar, con la proprietà araba del Paris Saint Germain che ha doppiato ogni precedente acquisto della storia del calcio, fa rabbia vedere tante storiche tifoserie che non hanno più le squadre delle loro città, nelle categorie più consone conquistate in questi anni sul campo. E' giunto il momento che in primis i dirigenti ad ogni livello, ma anche gli stessi appassionati, che quasi sempre sognano campionati al di fuori delle possibilità rispetto alle realtà di Provincia, inizino a ripensare l'intero sistema calcistico. I vivai non devono più servire per prendere i cosiddetti premi di valorizzazione, per i giovani fatti esordire nelle categorie professionistiche, come troppe volte avvenuto in un passato anche molto recente. Se si vuole evitare di consegnare storiche realtà calcistiche a presidenti e dirigenti “avventurieri”, che magari sbarcano nei capoluoghi di provincia con disegni economici importanti, per il quale il calcio può rappresentare un tramite, bisogna tornare ad un football stile anni ‘60 e ‘70, privilegiando i ragazzi del luogo e del territorio in genere, ai risultati ed ai salti di categoria repentini, che finiscono poi, per essere solo illusori e momentanei.

Si ricominci dai sani campanili della Prima Categoria dove sono presenti compagini dal passato anche importante come Montegranaro, Civitanova Marche, Sant'Elpidio a Mare ecc, oppure dalla Promozione con Porto San Giorgio che ricominciò dal livello più basso. Si metta una volta per tutte al primo posto in questo delicato periodo di crisi, la volontà di far giocare i ragazzi dei propri vivai e dei bilanci che non siano solo degli specchietti per le allodole, sicuramente si faranno delle categorie più basse, ma gli spalti dei nostri stadi e campi sportivi torneranno ad animarsi di quella passione e di quel colore che da troppo tempo mancano.

(Endrio Ubaldi)

Devi effettuare il login per inviare commenti