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Vini con etichetta in braille per non vedenti e ipovedenti: il progetto della Cantina Castrum Morisci

MORESCO - Un progetto che è già realtà. Unico nelle Marche, fra i pochi attualmente esistenti in Italia. Da oggi anche non vedenti e ipovedenti avranno un’etichetta in braille sui vini di un’azienda vitivinicola di Moresco, la Castrum Morisci. Azienda dalla storia consolidata nella coltivazione di uva e produzione di vino ma che dall’anno scorso ha assunto questo nome (quello antico di Moresco, dove ha sede, come si legge in un documento del 1248 conservato nell’Archivio di Stato di Fermo) avviando così anche la commercializzazione del prodotto enologico.

“Ed è leggendo la normativa europea che ci impone di scrivere un’etichetta leggibile da tutti che abbiamo notato che così oggi non è – ha osservato Luca Renzi, agritecnico dell’azienda nel presentare la novità - così abbiamo pensato bene di far sì che l’etichetta potesse essere nella disponibilità di non vedenti e ipovedenti con indicazioni in braille, un sistema di scrittura e lettura a rilievo usato dagli ipovedenti, e con le informazioni fornite da un QR su nome del vino e della cantina produttrice”.

Una felice collaborazione che abbiamo accolto pienamente – ha detto Cristiano Vittori, Presidente interprovinciale Ascoli Piceno-Fermo dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – dando anche i nostri suggerimenti”. A credere nel progetto anche i Comuni di Fermo e di Moresco, la Copagri Confederazione Produttori Agricoli e l’Associazione Italiana Sommelier.

“Un bellissimo atto di sensibilità da imitare e prendere come esempio – ha detto l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Fermo Mirco Giampieri – congratulazioni a questa azienda per aver accettato la sfida e all’Unione interprovinciale Ciechi e Ipovedenti per aver collaborato”.

“E’ solo all’inizio questo progetto, che coniuga la produttività, il saper fare cose buone e belle del nostro territorio con un’attenzione rivolta al sociale” – hanno detto il Sindaco di Moresco Massimiliano Splendiani e l’assessore alle Politiche Sociali ed al Turismo Lorena Cionfrini.

Profondamente orientata al biologico, l’azienda agricola si estende su 7,5 ettari di vigneto fra le dolci colline dell’entroterra marchigiano, ai piedi del borgo medievale di Moresco. Passerina, Pecorino, Vermentino, Malvasia, Pinot Grigio, Montepulciano e Sangiovese (tutti denominati sull’etichetta della bottiglia con il numero della particella catastale in cui si trovano), oltre alla produzione ei vino cotto, sono gli uvaggi utilizzati per una produzione annua di 25 mila bottiglie. Due le tipologie di vinificazione: una con l’utilizzo di vasi vinari in acciaio e l’altra con l’uso di anfore di terracotta. “Siamo giovani in quanto la cantina si è costituita l’anno scorso, anche se con una storia vitivinicola solida, ma abbiamo voluto sposare con idee molto chiare il territorio dove operiamo con un progetto di valenza sociale” – ha aggiunto David Pettinari, titolare insieme alla sorella Alessandra e ad un’altra sorella della cantina, attività iniziata dal nonno Gino e proseguita dal loro babbo Agostino. L’attenzione al bello, ai dettagli e al sociale anche nello sfondo delle etichette che con trame di colore richiamano i vigneti lavorati, e nei disegni originali, tratti da opere di Chris Rocchegiani, che alludono ai nomi delle bottiglie.

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