Rifugiati, facciamo chiarezza. Quanti sono, come arrivano e quanto ci costano

FERMANO - Il 4 settembre scadrà l'ultimo bando (in ordine di tempo) pubblicato dalla Prefettura di Fermo per accogliere 150 richiedenti asilo e rivolto ad associazioni del territorio che si occupano della gestione dei rifugiati. Con questi nuovi arrivi salirebbe a più di quattrocento il numero dei richiedenti asilo ospitati nella provincia di Fermo. Ogni sbarco, più o meno numeroso, porta con sé, oltre alla sofferenza di chi arriva, incertezza e spesso rabbia e paura da parte di chi, da un giorno all'altro, si trova a convivere con i nuovi arrivati.

Partendo dai numeri cerchiamo di capire qual è la situazione attuale dalle nostre parti. Il primo dato su cui riflettere è che le Marche sono una delle regioni con il numero più basso di richiedenti asilo (1.792 - 3%, dati febbraio 2015). In provincia di Fermo attualmente ne sono ospitati circa trecento, numero che, come nel resto del Paese, è destinato a crescere.

L'iter che si conclude con l'arrivo in un Comune dei richiedenti asilo ha inizio con la chiamata del Ministero dell'Interno alla Prefettura che si attiva, di solito con bandi destinati ad onlus che operano sul territorio e che si occuperanno “in toto” della gestione dei rifugiati. Spetta a queste associazioni il compito di individuare strutture dove i profughi saranno ospitati. Quindi: la Prefettura pubblica il bando; le associazione rispondono con le loro offerte; viene stilata la graduatoria e firmata la convenzione; l'associazione individua la struttura e firma un contratto con la proprietà. A questo punto la Prefettura controlla l'idoneità della struttura e, se c'è l'ok, parte l'accoglienza. Di solito la convenzione dura da quando viene firmata fino alla fine dell'anno in corso. Se lo stato di emergenza persiste e non si sono verificati problemi, la convenzione viene rinnovata. I Comuni, intesi come enti pubblici, non rientrano tra gli attori di questo processo; non hanno cioè il potere di dire "no" a nuovi arrivi nel territorio di loro competenza se c'è un luogo privato in grado di ospitare nuovi rifugiati.

Fin qui la parte tecnica. Arriviamo all'aspetto economico della storia e prendiamo ad esempio il bando che scadrà a inizio settembre. L'offerta a base di gara è di 34 euro al giorno a persona. Il che significa che l'associazione o le associazioni vincitrici riceveranno dallo Stato 34 euro (o poco meno, in base al ribasso) al giorno per ogni ospite. Facendo due calcoli e considerando che la convenzione dovrebbe partire il 1° ottobre e concludersi il 31 dicembre 2015 (salvo proroghe), nel caso in cui tutti i posti a disposizione fossero coperti, la spesa sostenuta sarebbe di circa 459 mila euro. Questi soldi, stanziati prima ancora che i profughi siano riusciti a raggiungere le coste italiane, dovrebbero servire per pagare i dipendenti delle associazione e per i pasti, le visite mediche, i corsi di italiano e le necessità di tutti i giorni dei rifugiati.


Francesca Pasquali

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