Nella morsa della viabilità

Lungo la via maestra

E' proprio vero che la vita degli uomini è scandita come una partitura musicale. La musica la si può creare a piacimento, ma le regole che la governano vanno rispettate altrimenti... invece di un’armonia si ottiene una cacofonia. E per vivere bene e permettere che la vita di tutta la società sia, se non meravigliosa, almeno piacevole e accettabile esistono delle regole che ci vengono insegnate fin da bambini o, almeno, ci dovrebbero venir insegnate fin da piccoli dalla famiglia. Quando un bambino segue le regole di condotta che i genitori gli spiegano e le applica, o almeno cerca di applicarle, si dice che è “sulla retta via”. Questo parallelismo tra pedagogia e viabilità è quanto mai degno di approfondimento: un territorio, una nazione, il mondo intero se li vediamo sotto un diverso punto di vista sono in sé un organismo vivente autonomo. Le strade, le vie di comunicazione in genere, sono le direttrici attraverso cui l’uomo, che è il mezzo attraverso cui il mondo si trasforma nel bene e nel male, estrinseca la sua azione; ne deriva che, per far funzionare bene un territorio, sono necessarie buone strade. Ciò non significa che ne abbisognano in numero spropositato (costruire strade significa distruggere territorio), ma fare solo quelle che servono e poi mantenerle in perfetta efficienza. Il parallelo corre facile ai vasi venosi e arteriosi del corpo umano: per portare sangue ovunque non è necessario avere vene e arterie extra, ma bisogna invece mantenere in efficienza tutto il sistema per avere una vita sana e possibilmente lunga. Fatto il discorsetto didattico, c’è da parlare del punto nodale del problema: come per l’educazione dei figli ognuno ha il suo concetto di “retta via” (giustamente), così per la costruzione delle strade ogni territorio la pensa in maniera differente. In Italia, il mondo delle strade è stato sempre protagonista di lucrosi appalti, di eterni lavori di manutenzione, ma è servito a creare, almeno per un certo periodo, sviluppo economico e commerciale. Durante la seconda guerra mondiale, quando gli alleati faticosamente risalivano la penisola, rimanevano ammirati dalla capacità tutta italiana di costruire strade armonizzandole con il territorio e quindi usando solo lo stretto necessario di opere per costruirle: non per nulla siamo i discendenti dei Romani che, in fatto di ingegneria, non erano secondi a nessuno. Adesso, con lo sviluppo della civiltà, con la necessità inutile (ma purtroppo obbligante se si vuol competere con gli altri) della estrema velocità delle comunicazioni, quelle strade che seguivano il profilo delle nostre colline sono divenute penalizzanti. Quindi c’è bisogno di ricostruire secondo nuovi criteri e dunque forse questo è quello che in certe situazioni dovrebbe essere fatto. Concludo con un proverbio e una riflessione: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova sa quello che lascia e non sa quello che trova”, e la riflessione è del mio amico, scrittore di talento, grande saggio Alessandro Cochetti: “La via della vita non deve essere lunga per forza, ma comoda sì”. Buon viaggio a tutti.

Daniele Maiani



Rotonda sulla Statale per Marina di Altidona

Altidona ha iniziato recentemente a mettere in atto un progetto di ampio respiro in fatto di viabilità e sicurezza. A pochi mesi dall’inaugurazione del ponte ciclo pedonale Altidona-Pedaso, per il quale Altidona era capofila del progetto, arrivano altre infrastutture sul territorio in fatto di sicurezza e circolazione. Un passo importante è stato fatto dal Comune della Valdaso con l’implementazione in breve tempo della rotatoria a Marina di Altidona a inizio settembre. L’infrastruttura s’inserisce al centro della Strada Statale 16, in prossimità quello che è da sempre un incrocio importante con la Strada Provinciale 85, centro nevralgico del traffico non solo locale, in origine regolato da due semafori. Il cantiere era stato predisposto prima dell’estate e sospeso poco prima del periodo di punta a cavallo di Ferragosto per far sì che i lavori non ostruissero la fluidità del traffico, già in crisi nei giorni di esodo. La rotatoria è stata messa su in un paio di giorni e contestualmente sono stati anche spenti i due semafori. La fine dei lavori è prevista per fine settembre, l’arredo sarà composto interamente dal verde, la spesa per l’infrastruttura è a carico del Comune e si aggira sui 180 mila euro e fanno parte dell’avanzo di bilancio da spendere entro l’anno, per questo la realizzazione sarà in tempi record. Il progetto fa parte di una rivisitazione totale della viabilità cittadina che comprende anche una seconda rotatoria che verrà realizzata a seguire, per una spesa di 100 mila euro. La seconda sorgerà non lontano dalla prima, in corrispondenza dell’incrocio tra la strada proviciale 85 e la strada che conduce al centro storico di Altidona. Si tratta proprio di un lavoro di messa in sicurezza, per rendere fluida la circolazione e rallentare il traffico nel centro di Marina di Altidona. Questi sono progetti che sono stati protagonisti della passata campagna elettorale, entrando più volte nel dibattito politico, imponendosi come appuntamenti imprescindibili per la cittadinanza. Si era parlato anche di una terza rotonda, sempre lungo la Statale Adriatica a nord procedendo verso Marina Palmense ma per il momento di difficile realizzazione. Oltre alle rotatorie sono previsti attraversamenti pedonali rialzati lungo la Provinciale e non solo: saranno in tutto cinque gli attraversamenti pedonali, uno all’altezza della lottizzazione Cannelli, assieme ad altri due lungo la Valdaso, mentre due verranno realizzati nel centro storico, in prossimità della bocciofila e delle scuole elementari. Un altro obiettivo è quello di eliminare il semaforo di rallentamento presente in via Pergolesi ed inserire anche lì un dosso di attraversamento pedonale ma senza creare l’ostacolo del semaforo. “Si tratta di un progetto legato alla sicurezza e al miglioramento della viabilità interna di due centri urbani - ha spiegato il sindaco Giuliana Porrà - quello di Marina e del centro storico di Altidona. Il progetto è nell’ottica della sicurezza stradale e dei pedon,”. Riprenderanno anche i lavori sospesi a carico dell’Anas per quanto riguarda il cavalcavia dell’autostrada. Dopo una lunga concertazione, l’amministrazione ha ottenuto la demolizione dei blocchi di cemento che erano stati posti al termine dei camminamenti, resteranno i guard rail alti per la salvaguardia dei pedoni.

Serena Murri



Fermo, che traffico! Il punto su strade e incroci "bollenti"

Fermo e la sua provincia sono interessati da importanti progetti ed opere di viabilità. In scaletta abbiamo, in primis, la rotatoria di Lido San Tommaso, ovvero quella che dovrà realizzarsi all’incrocio tra la Strada Statale 16 e la Strada Provinciale Paludi. Si tratta di una rotatoria necessaria, in particolar modo per coloro che quotidianamente lavorano nella zona industriale a San Marco alle Paludi e percorrono il tratto stradale nelle ore cruciali. “Per quanto riguarda la rotatoria di Lido San Tommaso – spiega il Sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro – sarà finanziata con le liquidità, ovvero con le somme relative alle adduzioni stradali e al nuovo ospedale come affermato dallo stesso Assessore della Regione Marche Fabrizio Cesetti. Mi auguro che giunga quanto prima dalla Regione la convenzione per procedere poi alla realizzazione della rotatoria in questione, nonostante siano già in nostro possesso progettazioni realizzate nel corso degli anni da parte dell’Ente Provinciale riguardanti il più importante punto d’incrocio statale di competenza Anas. I lavori prenderanno probabilmente inizio nel corso dell’anno 2021”. Ci spostiamo sulla viabilità cittadina interna, ovvero quella che interessa la realizzazione del nuovo Polo Scolastico di Via Salvo D’Acquisto. Come si ricorderà, a causa dei fenomeni sismici del 2016 le scuole medie Betti e Fracassetti di Fermo hanno subìto danni a seguito dei quali è stata dichiarata l’inagibilità degli edifici che li ospitavano, con il successivo trasferimento della prima al Polo Scolastico provinciale di Via Marsala e la seconda in un primo momento con il trasferimento nei locali della scuola di San Michele Lido e, dopo gli interventi di ristrutturazione, nei locali originari di via Visconti d’Oleggio. Con ordinanza del 2017 del Commissario di Governo queste due scuole sono state comprese tra quelle da ricostruire e si è deciso di accorparle in un unico edificio che sta sorgendo appunto in Via Salvo D’Acquisto, lungo la Circonvallazione Nord della Città. “E’ uscita il 3 settembre la manifestazione d’interesse per la realizzazione di opere urbanistiche finanziate dalla Regione fra cui una rotonda per lo smaltimento del traffico in Via Salvo D’Acquisto - prosegue il Sindaco -. Immaginiamo che i lavori possano essere effettuati nella prossima estate, e quindi per l’anno scolastico 2020/2021 siano già ultimati”. E per quanto riguarda il futuro congestionamento da traffico in Via D’Acquisto con l’apertura del nuovo Polo Scolastico, il primo cittadino ha risposto così: “ Chi giustamente si preoccupa di tale criticità, dovrebbe anche fare un tuffo nel passato. Infatti lo stesso genere di difficoltà si sarebbe potuta verificare anche a Santa Caterina per via dello spostamento della Ugo Betti, e invece tutto è filato liscio. Questo perché, quando si opera sopratutto con le scuole medie e con il rispettivo trasporto scolastico in maniera capillare, l’offerta del servizio non viene compromessa. Sarà inoltre possibile aggiustare il tiro con piccoli assestamenti sul trillo della campanella, ma ricordiamo che l’Ipsia ha già assunto nel tempo degli orari scolastici piuttosto differenti da quelli delle scuole medie. Da non escludere qualche modifica strutturale, come la rotatoria, che permetterà l’ingresso direttamente verso il Polo”. Infine, ma non per importanza, l’attenzione ricade su Molini Girola. “Anche qui si tratta di un incrocio tra strada provinciale SP239 e SP157 di competenza Anas per il quale è in corso il bando per la realizzazione della rotonda e per il quale siamo anche in attesa di una sottoscrizione di convenzione con l’Anas che ha già inserito nella propria programmazione il finanziamento della necessaria infrastruttura per un ammontare di 600.000 euro, cifra stanziata anche per la messa in opera della rotonda tra Marina Palmense e Torre di Palme – conclude Calcinaro -. I lavori a Molini Girola inizieranno nei primi mesi del 2020, quelli di Torre di Palme fine 2020 e inizio 2021.” E’ oltretutto già partita nella seconda settimana di settembre una manifestazione per una gara di 350.000 euro per la viabilità che toccherà molte zone le quali presentano, chi più chi meno, delle criticità. Qui gli interventi saranno vari e, a titolo esemplificativo, le zone d’ interesse saranno: la Castiglionese, la Capodarchese, Via XX Settembre e Bore di Tenna. Le tempistiche? Varieranno anche in base alle previsioni meteorologiche: se queste saranno buone, allora i lavori inizieranno a novembre, altrimenti verrà posticipato il tutto a primavera.

Federica Balestrini

L'urgenza della Monti-Mare e il sogno (lontano) della Pedemontana

Se un tempo si poteva sognare, con gli Enti locali capaci di investire risorse importanti sul fronte della viabilità, oggi si è costretti a scegliere quasi a denti stretti. E di fronte ad un vero e proprio “bivio” - Monti-Mare o Pedemontana? - Adolfo Marinangeli non ha alcuna esitazione: si proceda, e con urgenza, con la realizzazione di una parte della prima infrastruttura, da decenni reclamata dal Fermano. Tra le ragioni, il primo cittadino di Amandola evidenzia lo stato di decomposizione dell’attuale asse stradale che collega la sua città a Servigliano. “È pieno di buche ed è diventato una sorta di Camel Trophy. Eppure, per quanto riguarda il progetto della Monti-Mare, sarebbe un tratto corto, parliamo di circa 20 chilometri che con un minimo di impegno non sarebbe così difficile da realizzare. Il progetto preliminare c’è e prevede un recupero e un miglioramento in sede con costi niente affatto assurdi. Lungo quella strada ci sono 3-4 punti nevralgici che una volta sistemati potrebbero risolvere, e bene, il problema viabilità. Oggi però, con quest’opera che sembra ancora lontana, manca un intervento di pavimentazione da parte dell’Anas, alla quale ho scritto diverse volte evidenziando la enormi difficoltà”. Un sogno anch’esso lontano, molto più lontano, è quello della Pedemontana. “Lì parliamo di diverse decine di chilometri e bisogna capire a quale tratto dare la priorità. Se solo la circonvallazione di Sarnano ha un costo molto elevato, considerata la carenza di soldi è facile capire quali sono i tratti da scegliere. Potrebbero essere dei piccoli passaggi che agevolino la percorrenza nord-sud, anche se vedo più nelle vallive il futuro: lungo la Comunanza-Pedaso, ad esempio, hanno risolto di molto quei lavori di circa 5 chilometri fatti dalla Provincia di Fermo, con tempi di percorrenza da Amandola verso la costa sicuramente migliori rispetto al passato”. Proseguono, intanto, i lavori lungo la circonvallazione della stessa Amandola, un intervento che una volta completato risolverà in maniera definitiva la problematica del traffico nel cuore della città montana. “Si va avanti velocemente, già un primo tratto è stato tracciato a terra. Se come hanno detto verrà completato entro i primi mesi del 2020, di fatto un primo segnale importante ci sarà con una parte della circonvallazione pronta. E sul versante Lungotenna, se si continua così spediti, nell’arco di un anno e mezzo o due dovrebbero aver finito anche lì”.

Andrea Braconi

Fermano e terza corsia A14: matrimonio che (non) s'ha da fare?

Una delle ultime notizie in merito all’ampliamento dell’A14 risale allo scorso dicembre, quando la mozione del capogruppo in Consiglio regionale Fabio Urbinati era stato approvato dalla Giunta di Palazzo Raffaello. L’impegno era quello di «attivarsi nel più breve tempo possibile con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con la Società Autostrade per l’Italia». La terza corsia dovrebbe nelle intenzioni protrarsi fino a San Benedetto del Tronto. Quello dell’ampliamento dell’A14 è una delle più annose questioni che attanagliano il Fermano, insieme alla Cenerentola delle intervallive: la Mare-Monti. “L’argomento noi l’abbiamo sottoposto sempre ai vari Governi. Lo ribadiremo, tra l’altro, con l’istanza dell’area di crisi complessa, perché in merito all’A14 è stata persa una grande occasione negli anni passati. Cercheremo di afferrarla stavolta” afferma Fabrizio Cesetti, assessore regionale al Bilancio. “Credo che in prima istanza ci debba essere la prosecuzione fino a Pedaso e auspico che intanto si possa partire con questo tratto. Inoltre c’è il problema delle gallerie che va risolto” continua. Avete intenzione di spingere anche sulle opere compensative, come l’adeguamento della Lungotenna, da Porto Sant’Elpidio a Campiglione? “È evidente che la realizzazione della terza corsia ci avrebbe consentito, ci consentirebbe di poter usufruire delle cosiddette opere compensative o di adduzione e tra queste c’è quel tratto”. Qualche anno fa, nel 2016, il Sindaco di Porto San Giorgio Nicola Loira manifestò il timore che la città potesse restare isolata a causa di opere come questa, spostando il baricentro nell’alto Tenna. “Non credo, lo vediamo dai flussi di traffico. Loira è una persona ragionevole, secondo me comprende come questa sia un’occasione anche per la sua città. Alcuni ora escono a Porto Sant’Elpidio per non fare il tratto a due corsie nella zona di Porto San Giorgio. Si era parlato in passato anche di un’opera compensativa per Porto San Giorgio, riguardante la Valdete, grazie a cui sarebbe stato bypassato Salvano, a dimostrazione di un vantaggio anche per questo territorio. Inoltre, c’era in ballo l’inversione del casello. Chiaramente la città dovrà essere ricompensata per un eventuale impatto, contenuto nei limiti dell’indispensabile”. Per ciò che riguarda la seconda tratta da Servigliano ad Amandola? “Secondo me non è pensabile realizzare tutta la Mare-Monti, anche se la speranza c’è”. Contate in un’apertura di Austrade? “Speriamo. Quando ero presidente della provincia di Fermo, dissero che i flussi di traffico non giustificavano l’investimento, ma c’era già la crisi. Purtroppo abbiamo perso il treno nel momento giusto, ma porteremo davanti a loro occhi anche quello che è successo a Grottammare, con l’incendio della galleria. Proveremo a riprendere il treno”. Intanto Confindustria Fermo, attraverso le parole del suo presidente Giuseppe Tosi, fa sapere che sono diversi gli imprenditori ad aver delocalizzato anche per la viabilità. “Questo è il risultato se manca l’arteria” dice. “Chi non delocalizza poi, ha almeno uno showroom, un ufficio a Milano per incontrare i clienti stranieri. Nella peggiore delle situazioni, affittano una stanza d’albergo. Non c’è un aeroporto con molti voli, i treni non fermano, le strade non ci sono”.

Silvia Ilari

Ponte di Rubbianello, fondazioni quasi ultimate

zione del ponte di Rubbianello. Quasi ultimato il completamento delle fondazioni. Quel che importa è che la fase critica per lo svolgimento dei lavori sia terminata. Ad occuparsi della realizzazione è la ditta Beani, il RUP è l’ingegner Colapinto, il direttore dei lavori l’ingegner Capriotti. Nuovo impulso all’impresa sembra averlo dato anche il nuovo Presidente Provincia di Ascoli Piceno, Sergio Fabiani, che ha sostituito l’uscente Paolo D’Erasmo. Il sindaco di Montefiore Lucio Porrà: “Ringraziare sarebbe un eufemismo, dopo i sei anni trascorsi. Però spero che questa accelerata continui”. Porrà sembra fiducioso e dice che il confronto con il RUP che è anche dirigente provinciale per le strade, procede. In accordo con l’ente provinciale, stanno concordando una convenzione con la Provincia per quanto riguarda la manutenzione di quelle strade provinciali di cui prima si occupava il Comune. Va ricordato che il ponte sul fiume Aso metteva in collegamento Montefiore con Rubbianello, due zone unite ed una comunità unica, la quale oltre al ponte, portato via da una piena in un giorno di maltempo nell’ormai lontano dicembre 2013, si è vista crollare anche le certezze economiche legate al flusso di persone che avevano reso floride le attività commerciali in zona. Venendo meno il ponte si è spostato per forza di cose anche il traffico e la lunga deviazione per raggiungere l’altra sponda dell’Aso ha comportato la perdita di clienti per la maggior parte dei commercianti di Rubbianello che di quel transito vivevano. Il ponte, collocato a metà tra le due province di Ascoli e Fermo, ha avuto un iter burocratico a dir poco complicato. Nonostante il finanziamento per la ricostruzione fosse arrivato con i lavori che sarebbero dovuti partire nel 2015, gli ostacoli non sono mancati. Prima il vincolo storico posto sulle campate da parte della Soprintendenza, poi le ulteriori piene che oltre ad aver peggiorato lo stato già precario delle campate rimaste in piedi, hanno richiesto inevitabilmente varianti al progetto iniziale, non da ultimo i lavori di sminamento. I lavori sono ripresi durante l’estate, tra luglio e agosto, attualmente è in corso la realizzazione delle fondazioni. “Lo stallo era dovuto - ha spiegato l’ingegner Gianluigi Capriotti - alla demolizione degli archi lesionati in seguito al terremoto, per i quali abbiamo dovuto chiedere alla Sovrintendenza il permesso. Abbiamo chiesto alla Sovrintendenza anche la possibilità di rivestire l’intradosso degli archi in acciaio, anziché in mattoni. Il progetto è stato rettificato e migliorato. In realtà i lavori è come se non si fossero mai fermati. Sono andati a rilento il primo anno ma ora procedono”. Ora si sta lavorando sulla spalla verso Fermo, poi entro settembre si procederà ad installare le pile prefabbricate. Dopodiché, verranno posati gli autoportanti in acciaio e si penserà a realizzare l’impalcato intero. La realizzazione definitiva dovrebbe esserci, come da cronoprogramma, entro la prossima estate.

Serena Murri

Il distretto del cappello nella morsa della viabilità

Per il direttore di Confindustria Giuseppe Tosi, sono loro i più penalizzati. Stiamo parlando degli imprenditori del cappello. “Ho portato il loro esempio, perché sono il distretto è uno dei più conosciuti. A Servigliano, Falerone, Amandola ci sono meno aziende ma tutto l’interno soffre dei disagi dovuti alla viabilità. Sicuramente un tratto della Mare-Monti fino ad Amandola, darebbe respiro anche agli imprenditori del cappello. Ormai è un problema atavico questo delle infrastrutture, è risaputo che a Montappone gli autotreni non girano” afferma. A fargli eco Angelo Cecchi vicepresidente di Cappeldoc, il consorzio che racchiude le imprese che producono copricapi in quell’area, costituitosi nel 1994 con lo scopo di promuovere i prodotti delle aziende aderenti: “Diciamo che è una situazione che interessa tutto il territorio. Sicuramente il ‘distretto’ è colpito da queste problematiche. Quando i clienti arrivano qui affermano: “È stata un’impresa”, non fa un bell’effetto sentirselo dire”. Quali sono le maggiori difficoltà che incontrano i clienti nell’arrivare nell’area del Distretto? “Quando arrivano sono stanchi, spesso non sono abituati alle curve, inoltre ci sono tratti di strada non illuminati. I problemi aumentano quando vengono nel periodo di novembre, con gli eventi atmosferici non favorevoli. Di solito, per ciò che mi riguarda, vengono soprattutto a novembre e a maggio. In quel periodo, a volte, si trovano in difficoltà perché è il momento in cui si puliscono le strade dalle erbe e questo rende la circolazione più complicata. Ci sono anche quelli che si perdono, allora vado a prenderli”. Si lamentano di più gli Italiani o gli stranieri? “Gli Italiani non molto, ma sono anche pochi rispetto agli stranieri che rappresentano il grosso dei clienti per le aziende del distretto. Non sono abituati a queste strade. Per esempio,chi viene dalla Polonia spesso scende a Verona. Con l’auto ci mettono 5 ore ad arrivare nelle Marche, poi dai caselli ci mettono parecchio tempo per arrivare su strade scomode”. Quali caselli utilizzano? “Generalmente scelgono di uscire ai caselli di Civitanova Marche e Porto San Giorgio. Non utilizzano quello di Porto Sant’Elpidio”. Quando andate voi imprenditori all’estero, dai vostri clienti, com’è la situazione viabilità? “In Germania le strade sono il doppio delle nostre. Quando esci dall’autostrada, hai strade a tre corsie. La stessa cosa accade in Francia e Spagna. In Polonia, negli ultimi 7-8 anni hanno fatto passi da gigante”. Non a caso, la Polonia è il principale destinatario dei Fondi Strutturale Europei per la prospettiva 2014-2020. Con una strada di collegamento come la Mare-Monti le cose potrebbero migliorare per voi? “Certamente. Ne beneficerebbero anche le strutture ricettive del posto. I clienti scelgono ancora di dormire in luoghi più vicini ai caselli. Avendo una strada migliore, si fermerebbero di più qui. Inoltre, anche i giovani ne usufruirebbero, avendo la possibilità di un futuro diverso rispetto al nostro”. Ci sperate un po’? “Siamo un po’ delusi, non ci si crede più, ci hanno abbandonato negli anni. Finora non abbiamo visto risultati. Sa questo lato, la politica ha fatto acqua”.

Silvia Ilari

Ultima modifica il Martedì, 17 Settembre 2019 11:32

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