Il micro micro racconto di Sergio Soldani. "Fabio Mozzi"

Fabio Mozzi, durante quel periodo di freddo spietato di dicembre, riusciva a sentire il forte disagio che cresceva in lui in modo devastante, in più soffriva di solitudine e non funzionava bene la caldaia per riscaldare il suo appartamentino. Non pagava molto per l’affitto di quei cinquanta metri quadri ma secondo un uomo di quarantacinque anni di formazione anconetana, Fermo, il posto dove gli avevano affibbiato il ruolo di dirigente di una delle tante associazioni sindacali di categoria di lavoratori legati all’agricoltura, era una cittadina morta, con una classe politica che non presentava una adeguata competenza storico-agraria e, non sapeva affatto valorizzare la straordinarietà di un potenziale turismo collinare, tutto da rifondare certo, che sempre secondo lui, avrebbe potuto arrivare a un’espansione economica di proporzioni impensabili: questo ovviamente non lo diceva proprio a nessuno, lo ripeteva molto spesso dentro di sé, implodendo talvolta di rabbia e violenti bruciori di stomaco.

Ilenia invece proveniva dalla periferia di Pesaro e lavorava nella stanza accanto al dottore e nel dialetto strettamente locale, era stata definita, da quella schiera di agricoltori e allevatori di maiali di piccola taglia della valle del fiume Aso, che spesso si soffermavano con lei per imprecisate e vaghe domande, "Lu Gnocco’”, dato il suo stupendo volto, il suo corpo sinuoso e forse un po’ burroso e il suo sbattere le ciglia un po’ troppo spesso allorché colloquiasse con un qualsiasi interlocutore. Fabio che dirigeva quella sede del Sindacato in modo severissimo con taluni subalterni al limite della pura crudeltà, era innamorato perduto di lei e la favoriva in tutto principalmente quando lei le chiedeva delle ferie, mai più brevi di un’intera settimana.

Accadde un giorno che la ragazza lo chiamò con una dolce sonorità: “Dottore può intrattenersi un paio di minuti nel mio modesto ufficio, senza che alcuno veramente la disturbi?”. Fabio pensò nell’immediato di sognare, ma poi in meno di tre secondi si ritrovò di fronte a lei, a quel volto dalle gote lattee, a degli occhiali dalla montatura con i brillantini che dietro mostravano due occhi inequivocabilmente blu. Lei subito le disse: “Senta Fabio proprio ieri ho lasciato il mio fidanzato Lorenzo, avevo prenotato una dozzinale crociera per il Mediterraneo, se la sentirebbe di prendere il suo posto? Per l’ufficio di Fermo chiameremo due sostituti da Macerata, e magari poi lei starà fra due mesi, qualche giorno in più ad agosto? Che ne dice? Gradirà la mia compagnia? O non le piaccio?”.

Il Dirigente fu investito da una inusuale freddezza, niente a che vedere coni suoi crampi allo stomaco o i suoi sudori; chiuse a chiave la porta e con la classe di un seduttore navigato, avvinghiò la donna sotto l’ascella sinistra e baciandola profondamente le sussurrò: "Lunedì alle otto partiremo dal porto di Ancona!”.

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