Camminare e conoscere, dall'alto. Il blogger Nicola Pezzotta e il progetto Alta Via delle Marche

MARCHE - “Il cammino è il modo più antico che l’uomo ha sempre utilizzato per spostarsi ma anche per conoscere, amare e apprezzare il territorio”. E’ proprio qui, tra queste parole, che si condensa la ragion d’essere di un progetto - Alta Via delle Marche - nato lo scorso inverno da una chiacchierata tra amici. Nicola Pezzotta, guida naturalistica e creatore del blog coninfacciaunpodisole.it, Ruben Marucci, anche lui guida naturalistica, e Luca Marcantonelli, collaboratore dello stesso blog, hanno così deciso di mettersi in cammino partendo da Carpegna, in provincia di Pesaro Urbino, per arrivare ad Umito, una frazione di Acquasanta Terme.

Un viaggio intenso, tra le cime più alte della nostra regione, con incursioni anche in terra toscana e in Umbria. Un viaggio che, oltre ad una lunga onda emotiva e un’esposizione mediatica continua, ha lasciato anche qualche “ferita”.

Nicola, innanzitutto come stai? “Diciamo che mi sto riprendendo. Al quarto giorno ho avuto la febbre, sono svenuto in bagno e mi sono crinato una costola. Non ho potuto fare tutto il percorso e quindi ho aiutato i ragazzi facendo la spola con la macchina, portando il materiale al punto di arrivo o accompagnando le persone che volevano camminare con loro fino al punto di partenza, per poi riprenderli all’arrivo. Abbiamo avuto tutti la febbre, gli altri sono riusciti ad abbassarla con la tachipirina, ma uno ha avuto un’intossicazione il sesto giorno ed è tornato a camminare la settimana dopo”.

Quali obiettivi vi eravate dati? “Considera che abbiamo fatto 25 tappe in 28 giorni, con 3 giorni di riposo. Una media di 16,5 chilometri a tappa, con un dislivello medio di 800 metri. Sul posto ci siamo resi conto che molte tappe si sono allungate e per questo motivo le rivedremo bene”.

Tutto questo nasce non come una semplice camminata tra amici, giusto? “No, infatti abbiamo coinvolto i Parchi, la Regione, Decathlon e Varnelli che ci hanno sponsorizzato. D’inverno con Ruben abbiamo parlato dell’Alta Via dell’Emilia Romagna, pensando che sarebbe stato possibile farla anche da noi per raccontare le storie delle persone che abitano ancora lì e di quelle che se ne sono andate. Così, abbiamo iniziato a lavorarci e a vedere i percorsi, senza sapere cosa potesse aspettarci”.

Cosa non conoscevate esattamente? “Fino al Monte Cucco, in Umbria, non avevamo visto nulla. Siamo andati lì soltanto con le cartine e i percorsi”.

Poi lungo la via, chilometro dopo chilometro, si sono aggregate varie persone. “Ogni tanto sì, qualcuno ci ha raggiunto avendo visto l’invito che avevamo lanciato sui nostri social. La nostra, però, non era un’esperienza escursionistica, ma una ricerca dei percorsi giusti”.

E cosa ti è rimasto, dolore a parte? “Abbiamo incontrato tante persone, conosciuto chi si è dimostrato felice dell’iniziativa, tante strutture ci hanno ospitato gratuitamente - non tutte però… - insomma, c’è stato grande entusiasmo. In particolare, da parte del proprietario del rifugio del Fargno. E proprio per questo il primo agosto abbiamo organizzato una passeggiata proprio lì, per regalargli la bandiera che abbiamo utilizzato lungo il percorso”. I

l senso del camminare cosa rappresenta per te? “Visitare i posti camminando vuol dire conoscere. Procedendo in modo lento hai modo di guardarti attorno, di incontrare le persone, di parlare con loro. A me camminare in montagna fa rilassare, quando ho bisogno di staccare vado su e mi faccio un giro nei boschi”.


Andrea Braconi

http://www.coninfacciaunpodisole.it/marche/261-alta-via-marche

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