Dai pneumatici alle dentiere: c'è di tutto sulle nostre spiagge. I risultati della giornata di pulizia promossa da Legambiente

MARCHE - Bottiglie e contenitori di plastica, tappi, polistirolo, secchi, stoviglie usa e getta, oggetti derivanti dal comparto della pesca, mozziconi di sigaretta, cotton fioc, assorbenti. E poi plastica, tanta plastica. E' un bottino poco edificante quello che hanno portato a casa i volontari che ieri si sono dati appuntamento sulle spiagge italiane per ripulirle dai rifiuti. Nelle Marche la campagna di Legambiente "Spiagge e Fondali Puliti" ha interessato i tratti costieri di Torrette di Ancona, della foce del Tenna a Porto Sant’Elpidio, di Lido San Tommaso a Fermo e di San Benedetto del Tronto.

A rivelare lo stato delle spiagge italiane è l’indagine “Beach litter”, realizzata e curata da Legambiente, con il contributo di Novamont, Mareblu e Virosac. Sotto la lente d'ingrandimento 54 spiagge nel Mediterraneo, di cui 29 in Italia e 25 negli altri Paesi costieri. Anche quest’anno la regina indiscussa dei rifiuti spiaggiati è la plastica: l’80% degli oggetti trovati sulle 29 spiagge italiane monitorate è di plastica (contro il 65% dello scorso anno), mentre sui litorali del Mediterraneo la percentuale scende al 52%.

Nell’indagine Beach litter i principali indicatori presi in considerazione sono: la composizione del rifiuto e la sua quantità e grandezza (maggiore o minore di 25 cm). Le aree di indagine sono state scelte in modo da effettuare il campionamento su transetti di 100 metri di lunghezza di spiagge libere e ogni singolo campionamento ha tenuto conto del protocollo di monitoraggio messo a punto dal ministero dell’Ambiente e dell’Ispra. Così, ad Ancona sono stati rinvenuti tra le altre cose: 1 maschera da immersione, 3 capi di abbigliamento, 1 scarpa, 23 manufatti in legno, 1 bidone d’olio, 7 bottiglie di vetro, 4 contenitori di medicinali e 3 escrementi di cane in sacchetto; a Porto Sant’Elpidio i volontari del circolo hanno contato tra le altre cose: 2 bottiglie di olio per motore, 10 taniche, 1 borraccia, 1 flacone di vernice, oltre 70 cartucce per fucili da caccia, 10 scarpe in polimeri artificiali e 4 scarpe di tela, 18 spugne sintetiche, 15 tubi di rivestimento cavi elettrici, 2 pneumatici, 1 strofinaccio, 10 materiali da costruzione (tegole, mattoni), 1 paio di occhiali da vista e 1 dentiera; a Fermo, tra i rifiuti rinvenuti, i volontari hanno trovato: 4 bottiglie di vetro, 1 preservativo, 1 deodorante per WC, 4 siringhe e 1 rottame industriale; a San Benedetto del Tronto sono stati mappati: 5 bottiglie di detergenti e detersivi, 2 taniche, 10 barattoli contenitori alimentari e 20 escrementi di cane con sacchetto.

A guidare la top ten dei rifiuti rinvenuti sui litorali del Mediterraneo, è sempre la plastica seppur in percentuale minore rispetto all’Italia: il 52,1% contro l’80% italiano. In particolare le prime in classifica sono le bottiglie di plastica (12,5%), a seguire tappi e coperchi sia di plastica sia di metallo (8,6%), shopper di plastica (7,3%), mozziconi di sigarette (5,5%), rifiuti da pesca (3,8%), bottiglie di vetro (3%), lattine di alluminio (2,4%), piccole buste di plastica per alimenti (2%), contenitori di plastica (1,9%) e per finire siringhe (1,6%). Nella beach litter del Mediterraneo tra i rifiuti spiaggiati c’è da segnalare due nuove entrare rispetto alla classifica italiana: gli shopper in plastica (7,3%) che occupano il terzo posto della classifica e il ritrovamento di siringhe, la cui percentuale si attesta all’1,6%. La presenza degli shopper è stato poco osservato in Italia, forse per via della messa al bando dei tradizionali sacchetti di plastica, un divieto che invece non vige negli altri Paesi. Dall’indagine di Legambiente è, inoltre, emerso che la più alta densità di rifiuti è della spiaggia turca con 33 rifiuti ogni 100 mq (il doppio rispetto all’Italia), molto vicina l’Algeria, con 28 rifiuti e la Croazia con 21 rifiuti ogni 100 mq. Meglio le spiagge della Tunisia (8 rifiuti ogni 100 mq), della Grecia (4), Portogallo (3) e della Spagna con 2 rifiuti ogni 100 mq.

“Il monitoraggio sui rifiuti spiaggiati - spiega Andrea Bagalini, responsabile campagne di Legambiente Marche - così come previsto dalla Direttiva Europea Marine Strategy doveva essere svolto già dal 2015 e sarebbero dovuti essere pubblicati i risultati da parte delle autorità competenti. Ma ancora oggi non ci sono dati disponibili e accessibili. Per questo abbiamo voluto realizzare questo censimento evidenziando come sia forte la presenza di rifiuti anche sulle nostre spiagge e come siano urgenti e non più rinviabili le misure di prevenzione. Troviamo infine assurdo che ancora oggi la stragrande maggioranza dei rifiuti deriva da un abbandono consapevole in loco (cicche, bottigliette e tappi ad esempio), testimoniando la totale indifferenza verso i notevoli impatti che questo comportamento ha sull’ambiente costiero e marino”.

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